A dieci giorni dal voto, puntuale, arriva la sparata del solito Jean-Claude Juncker. Con annessa retromarcia dopo poche ore. Tutto vero. Il Financial Times scrive che dalle elezioni non uscirà una maggioranza anti-Europa e che quindi non ci saranno scossoni sui mercati? Il presidente della Commissione Ue la pensa all’opposto. E ad un evento organizzato dal think tank Ceps, ha prefigurato l’Apocalisse: “Dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, cioè un Governo non operativo in Italia”. Meglio: Juncker ha detto di aspettarsi “una forte reazione dei mercati finanziari nella seconda settimana di marzo”.
Poi, dopo essersi accorto di averla sparata grossa, ha provato a correggere il tiro: “Qualunque sarà l’esito elettorale, sono fiducioso che avremo un Governo che assicurerà che l’Italia rimanga un attore centrale in Europa e nella definizione del suo futuro”. Ma ormai il danno era fatto. A non farlo stare troppo sereno, ha detto nel pomeriggio, ci sono pure “l’esito del referendum dell’Spd in Germania” assieme all’incertezza in Spagna. Ma a preoccupare maggiormente l’interessato, almeno fino al dietrofront, è proprio il Belpaese. Non è la prima volta che Juncker ficca il naso negli affari di casa nostra. Era già successo, tanto per dirne una, ai tempi del referendum costituzionale costato la poltrona a Matteo Renzi. “Non voglio interferire in questo dibattito”, attaccò, quindi “mi limito a dire che non vorrei che vincesse il No”. Prima che si rimangiasse tutto, l’uscita del presidente della Commissione Ue, uno spot al “voto utile” (e alle larghe intese), ha dato vita alla classica girandola di reazioni. Paolo Gentiloni ha gettato acqua sul fuoco. “Tranquillizzerò Juncker, ci sarà un Governo operativo, i Governi sono sempre operativi”, ha detto il premier.
Decisamente meno tenere le opposizioni. Per Nicola Fratoianni (LeU) “invece di parlare a ruota libera sarebbe bene che Juncker si occupasse dei disastri combinati anche sotto il suo mandato”. “La sovranità appartiene al popolo”, gli ricorda Fabio Massimo Castaldo (M5s). E Renato Brunetta (Forza Italia): “Lo scenario che abbiamo davanti è di un Governo di Centrodestra assolutamente operativo entro un mese dalla data del voto”.
La prima reazione dei mercati alle parole di Juncker? Piazza Affari maglia nera in Europa, con il Ftse Mib che alla fine ha ceduto lo 0,84% (dopo il picco negativo con un -1,5%). A pesare sono state, per l’appunto, le parole del presidente della Commissione Europea. Male i bancari (Unicredit -1,97% e Intesa Sanpaolo -1,27) e gli assicurativi. L’allarme sul dopo voto ha inoltre fatto risalire lo spread sopra 136 punti base. Nel resto d’Europa, i principali listini hanno chiuso senza perdite consistenti.