L’ultimo scontro, forse la frattura definitiva, tra Carlo Calenda e Virginia Raggi si consuma a poco più di due settimane dal voto. Il ministro dello Sviluppo economico, promotore del Tavolo per Roma, scrive una lettera al Campidoglio puntando il dito contro “l’immobilismo” dell’amministrazione che precluderebbe la possibilità di “utilizzare risorse già stanziate”. Raggi risponde seccamente: “A due settimane dal voto si torna a promettere un miliardo per Roma, dopo cinque anni in cui il Governo si è dimenticato della Capitale”. Parole a cui fa seguito la controreplica del ministro che paventa la chiusura del tavolo e un infuocato post della prima cittadina che punta il dito contro un “bluff preelettorale” da parte del responsabile del Mise.
Il Tavolo per Roma, lanciato da Calenda lo scorso autunno con l’obiettivo di risollevare le sorti economiche della Capitale, sin dall’inizio si è caratterizzato per le frizioni tra il ministro del Governo Gentiloni e la sindaca del M5s. Le riunioni sono andate avanti tra accuse di assenteismo da una parte e di un impegno solo a “parole” dall’altra. Le polemiche che si trascinano da mesi, però, oggi sono sfociate in una vera e propria rottura. “La sindaca conferma che l’unica strada per evitare di continuare a sprecare tempo e risorse è quella di chiudere il tavolo. Evidentemente ritiene di non aver bisogno di aiuto – ha attaccato Calenda –. Siamo di fronte a un combinato disposto di incompetenza e arroganza che non avevo mai sperimentato”. L’inquilina del Campidoglio risponde battendo sul tasto delle risorse. “È bastato chiedere contezza del miliardo annunciato e mai stanziato dal Mise per scoprire che quello di Calenda è soltanto un bluff preelettorale. È scorretto prendere in giro con false promesse i cittadini e le aziende soltanto per qualche titolo di giornale. Chi realmente vuole impegnarsi, lavora in silenzio. Il Comune – ha ricordato – ha partecipato a più di 60 incontri col Mise senza fare tanta pubblicità. Nel corso delle ultime settimane il Mise è passato con estrema disinvoltura dall’annunciare di voler assegnare tre miliardi di euro a Roma, poi è sceso a due; questa mattina ne ha promesso uno e nel pomeriggio, indispettito, ha deciso di toglierli tutti. Fondi che, alla prova dei fatti, sembrano non esistere”.
Da Empoli, quindi, è arrivato l’aut aut del ministro: “La sindaca non risponde alle chiamate e dice che non le va bene niente. Se vuole chiudere il tavolo su Roma, allora chiudiamolo”. Ma dal Campidoglio, Raggi non sembra intenzionata a fare passi indietro: “Per Roma il Tavolo va avanti. Tutti siamo utili, nessuno è indispensabile, far finta di non capirlo è la vera arroganza”. Presumibilmente, il prossimo round si svolgerà oggi pomeriggio, quando parteciperà con Francesco Rutelli e il premier Paolo Gentiloni – già accusato dalla sindaca di Roma di non aver supportato la Capitale – ad un’iniziativa elettorale all’Auditorium Angelicum.