Saranno 4,3 milioni gli italiani che voteranno all’estero alle elezioni del prossimo 4 marzo. Non senza ostacoli. “Monta giustamente la protesta dei fuori sede. Studenti e lavoratori che vivono spesso molto lontano dal loro comune di residenza, e per cui sarà molto difficile poter esercitare il proprio diritto di voto il 4 marzo”, ha dichiarato il segretario di Possibile, Pippo Civati, candidato di Liberi e Uguali (LeU) in Lombardia alla Camera.
“A differenza delle ultime tornate elettorali, quelle referendarie, in cui il collegio elettorale è unico per tutta Italia – ha aggiunto Civati – questa volta non potranno farsi nominare rappresentanti di lista e quindi acquisire il diritto di votare dove studiano e lavorano. Il Governo si era impegnato a risolvere la questione, ma non sembra dedicarci una grandissima attenzione”.
“Noi avanziamo una modesta proposta – ha spiegato il candidato di LeU – in mancanza di una legge che permetta soluzioni diverse, aumentiamo a 30 milioni di euro i fondi per i rimborsi che lo Stato garantisce a chi è costretto a viaggiare per tornare al proprio Comune di residenza e votare. Se consideriamo che ogni anno il Governo spende dai 70 agli 80 milioni di euro in voli di Stato, per garantire le coperture finanziarie alla nostra proposta, sarebbe sufficiente rinunciare al 10% circa dei voli dei nostri ministri per garantire moltissimi biglietti aerei a moltissimi fuori sede che vogliono esercitare il loro diritto di voto”.
“Sempre il Governo – ha concluso Civati – potrebbe chiedere alle compagnia aeree che operano nel nostro paese, di prevedere tariffe speciali nel weekend del voto, a fronte della possibilità di avere molti passeggeri in più. Insomma, qualche voto di Stato in meno, moltissimi voli di democrazia in più. Per garantire che un voto il più possibile libero per tutte e tutti”. Vedremo.