La scelta del Centrodestra di non convergere su Sergio Pirozzi come candidato presidente della Regione Lazio si conferma un boomerang e rischia di avere ripercussioni anche nella dinamica nazionale. A dirlo sono i numeri dell’ultimo sondaggio dell’Istituto Piepoli, che La Notizia ha potuto visionare. Ebbene, dall’analisi dei dati emerge come Nicola Zingaretti (Centrosinistra), attuale governatore a caccia del secondo mandato, sia saldamente in testa, staccato di circa 14 punti rispetto alla candidata del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi. Zingaretti, che corre col Partito democratico e gode dell’appoggio di Liberi e Uguali e di una lista civica che porta il suo nome, capeggiata dal vicepresidente della Regione, Massimiliano Smeriglio, oscilla tra il 38 e il 42 per cento. Una media del 40 per cento, insomma. La storica, prima capogruppo dei pentastellati a Montecitorio, invece, varia fra un minimo del 25 e un massimo del 28 per cento. Media: 26,5 per cento. C’è un però. “Zingaretti – spiega Roberto Baldassari, presidente dell’Istituto Piepoli – porta un valore aggiunto alla media nazionale del partito di Matteo Renzi”, che nei sondaggi oscilla fra il 22 e il 25 per cento. “Mentre la Lombardi – aggiunge Baldassari – si conferma in linea col trend del M5s: non aggiunge, ma nemmeno toglie consenso al partito di Luigi Di Maio”.
Discorso nettamente diverso invece per il Centrodestra. Stefano Parisi, scelto la settimana scorsa dal trio formato da Berlusconi, Salvini e Meloni dopo mesi di tira-e-molla, infatti, si attesta fra il 16 e il 18 percento (media del 17 per cento). Circa 4 punti in meno di Maurizio Gasparri (FI), che a un certo punto sembrava dovesse diventare il candidato della coalizione. Invece niente. “Analizzando questo dato – ragiona il presidente dell’Istituto Piepoli – viene da pensare come, ad oggi, sia chiaro, solo quella parte dell’elettorato che nel Lazio fa riferimento a Forza Italia abbia effettivamente gradito e sposato la scelta dell’ex candidato sindaco di Milano come uomo giusto per la Regione”. Il che porta Baldassari a fare un secondo ragionamento. “Indubbiamente – dice – Parisi non viene percepito come il candidato più forte dall’elettorato di Centrodestra ma anzi come quello meno rappresentativo del territorio rispetto ai competitor”. L’altra fascia, in sostanza quella che si riconosce nel Carroccio (che nel Lazio ha meno radicamento rispetto al resto d’Italia, in primis il Nord) e in FdI, sembra invece virare con decisione su Sergio Pirozzi. Se pur quarto in classifica il sindaco di Amatrice, in lizza da mesi con la sua “lista dello scarpone”, si attesta comunque tra il 5 e l’8 per cento (media: 6,5 per cento). Numeri di tutto rispetto, calcolando pure la scelta di correre in solitaria.
“È chiaro – sottolinea in conclusione Baldassari – che con le elezioni in programma tra più di un mese i numeri potrebbero cambiare”. Anche perché, sempre a leggere i dati del sondaggio dell’Istituto Piepoli, la percentuale di indecisi resta comunque cospicua: 25 per cento. Praticamente un elettore su 4. Per il Centrodestra insomma rischia di avverarsi la profezia dell’ex governatore Francesco Storace, per il quale col mancato appoggio al sindaco di Amatrice la coalizione rischia di perdere una ventina di seggi alla Camera e una decina al Senato. Chissà.
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