di Stefano Sansonetti
Nella “determinazione a contrarre”, come si dice in burocratese spinto, il direttore generale Mario Orfeo lo dice chiaro e tondo: viste le richieste delle Direzioni Ict e Produzione Tv, occorre approntare una maxi gara d’appalto per dotare la Rai della bellezza di 12.793 apparati elettronici tra personal computer da scrivania, portatili e monitor. E “tutti i prodotti oggetto di fornitura”, si affretta a spiegare il successivo disciplinare di gara, “devono essere nuovi e di ultima generazione”. Insomma, a viale Mazzini è in corso una maxi operazione di rinnovo pc, che naturalmente costa. L’azienda tv, infatti, ha messo in conto di sborsare 10 milioni di euro. Un assegno salato, soprattutto se si vanno a spulciare alcune cifre. Innanzitutto va detto che il bando è diviso in tre lotti. Il primo, del valore di 6,5 milioni, riguarda la fornitura di 6.184 pc da scrivania. Il secondo, per 2,5 milioni, riguarda la fornitura di 1.586 portatili. Il terzo, del valore di poco meno di 1 milione di euro, prevede l’offerta di 5mila monitor.
Numeri – Ora, senza la pretesa della scientificità, gli amanti dei numeri potranno notare che la Rai individua un valore medio delle singole apparecchiature di 781 euro. Ma tra i 12.793 apparati da fornire, si dirà, ci sono hardware diversi, come pc o monitor. E va bene. Ma la musica non cambia, anzi peggiora, se si calcola un valore medio dei pc oggetto dei primi due lotti. Parliamo infatti di 7.770 apparecchi chiesti in fornitura, per un totale di 9 milioni di euro. In media fanno 1.158 euro a pc. Davvero niente male se si considera che oggi è possibile acquistare un pc (tra scrivania e portatile) per somme nettamente inferiori. Per carità, va detto che verosimilmente i fornitori, alla fine della procedura di gara, riusciranno a garantire alla Rai un prezzo inferiore. Ma la base di partenza sembra non proprio economica. Senza contare un altro aspetto come minimo curioso.
Curiosità – Oggi la Rai conta circa 12 mila dipendenti. Questo significa che l’appalto in questione, che come detto prevede una fornitura di 12.793 apparecchi, di fatto richiede l’offerta di più di un apparato tecnologico a dipendente. Anche qui l’osservazione va presa per la media che esprime, senza la pretesa di scientificità. Ma è un fatto che la Rai è impegnata nella gestione di uno degli appalti più costosi attivi in questo momento. Tra l’altro, anche se non sembra trattarsi di niente di compromettente, qualche problemino nella procedura si è registrato, se l’azienda di viale Mazzini è stata già costretta a rinviare il termine per la presentazione delle offerte dal 22 gennaio scorso al 9 febbraio 2018. Certo è che la spesa complessiva non è di poco conto, per una società che ha sì chiuso il 2016 con un utile di 18 milioni, ma ha poi archiviato il primo semestre del 2017 con un rosso di 2,2 milioni di euro. A questo punto non resta che aspettare di vedere come finirà la procedura di gara.