di Stefano Sansonetti
Negli affari di Marco Carrai spuntano fuori Unipol e Intesa Sanpaolo. Sorpresa non trascurabile, per un imprenditore impegnato nel ricalibrare i suoi business informatici. Si dà il caso che il fedelissimo Richelieu renziano annoveri Intesa e Unipol, il gruppo assicurativo controllato dalle coop rosse, tra i clienti della sua Cgnal. Quest’ultima è una delle più recenti creature di Carrai, messa in campo qualche anno fa nel poliedrico settore dei “Big Data”, in pratica l’attività di profilazione dati per aiutare le imprese a espandere il loro business. I nomi dei clienti di Carrai, finora mai censiti, vengono fuori da una recente infornata di consulenti a palazzo Chigi, in particolare presso il Commissario straordinario per l’attuazione dell’Italia digitale (struttura che, per inciso, è guidata da Diego Piacentini, pezzo grosso di Amazon in aspettativa). Uno di questi consulenti è un esperto informatico che si chiama Giovanni Ruggiero. Dal suo curriculum, pubblicato sul sito del Governo, si apprende che ancora oggi è inquadrato come ingegnere informatico all’interno della Cgnal, società accanto alla quale è riportato il nome di un’altra azienda, la Eligotech. Subito dopo sono inseriti i nomi di alcuni importanti clienti dell’accoppiata Cgnal-Eligotech, tra i quali appunto Intesa Sanpaolo, UnipolSai e Unicredit (che quest’ultima banca fosse cliente di Carrai era stato rivelato da La Notizia). Ma soffermiamoci sulla Cgnal. Sede a Firenze, è presieduta e controllata da Carrai, che ne detiene la partecipazione di maggioranza attraverso la finanziaria di famiglia Carfin (27,06%) e la sua storica società di consulenza Cmc Labs (9,3%). Come detto è questo il veicolo immaginato dal fedelissimo di Renzi per provare a far soldi con i “Big Data”. Dal curriculum di Ruggiero, in particolare, sembra che la consulenza prestata dalla Cgnal a Intesa Sanpaolo sia ancora in corso (o comunque recente), mentre quelle per UnipolSai e Unicredit risultano esaurite.
GLI ALTRI
Ma non finisce qui. Il documento, come detto, mette in collegamento Cgnal ed Eligotech. Quest’ultima era una società di sviluppo software, con sede ad Amsterdam, già assurta agli onori della cronaca per essersi sviluppata attraverso risorse messe a disposizione da Luigi Berlusconi, figlio minore di Silvio Berlusconi. Successivamente, in quello che venne definito il “Nazareno degli affari”, la Eligotech si è fusa con la Cgnal. Ed ecco spiegato perché il nome delle due società è sempre appaiato. Anche dopo la fusione, però, la presa di Berlusconi jr è rimasta, pur se indiretta. Tra i nuovi soci di Carrai, nella Cgnal, c’è infatti il veicolo Ithaca, a sua volta controllato dalla fiduciaria Sirefid, individuata tempo fa da Berlusconi per parcheggiarci il pacchetto Mediolanum eccedente il 9,9% del capitale (in seguito alla condanna per frode fiscale che gli ha fatto perdere i requisiti di onorabilità). In più nel Cda della Cgnal è entrato Giorgio Valaguzza, analista già compagno di Barbara Berlusconi. Ma come vanno le cose nella società? L’ultimo bilancio disponibile, chiuso il 31 dicembre del 2016, ha fatto segnare un fatturato di 1,1 milioni e una perdita di 560 mila euro. Cifra non così negativa, considerando che si tratta pur sempre di una start up.