Un’Europa più sovrana, efficace e democratica. Il presidente francese Macron e la quasi confermata cancelliera tedesca Merkel hanno deciso che sarà questo il volto dell’Europa che si stanno spartendo, alla faccia del rispetto per la democrazia e la sovranità degli altri Paesi. I due leader partono da un punto incontestabile: così com’è questa Europa non funziona. O si va avanti nel processo di integrazione, anche politica, oppure la Comunità resterà un nano tra Usa, Russia e Cina. Detto questo, Parigi e Berlino hanno due strade per raggiungere il loro obiettivo: condividere con tutti i partner dell’Unione il controllo di un soggetto con maggiori poteri oppure prendersi la torta e lasciare agli altri le briciole. Troppo facile capire cosa hanno già scelto e a scanso di equivoci ormai si parla apertamente di nuovo asse franco-tedesco. Risolto il problema Gran Bretagna, che ha scelto di restare ancorata a Washington piuttosto che a Bruxelles, i due maggiori Paesi europei sono i padroni del continente. L’area mediterranea, indebitata e senza più sponde, può mettersi al traino, come il Commissario Ue Pierre Moscovici ci ha appena suggerito, invitando a non sostenere il 4 marzo i partiti euroscettici. Un’ingerenza nelle questioni interne del nostro Paese che svela la vera idea di sovranità e democrazia a cui pensano i leader riuniti ieri all’Eliseo. Uno scenario che per l’Italia non promette bene, schiacciati come siamo dagli interessi di due competitor che storicamente non ci hanno mai fatto beneficienza.
L'Editoriale