“Guardi, glielo dico subito: finirà a risarella”. Parlando con La Notizia, Giuliano Urbani non usa mezzi termini per descrivere i toni e le promesse da campagna elettorale. Con un occhio particolare al “suo” Centrodestra, dove ancora ieri è continuato il duello a distanza tra i leader di Forza Italia e Lega sulla legge Fornero. “Va cancellata, troveremo un accordo con Berlusconi”, si è detto sicuro Salvini al mattino. “Alcune cose vanno mantenute, l’età pensionabile deve salire”, la replica del Cav che in serata ha chiuso i giochi. Ma questa, e non solo questa, per Urbani – uno dei fondatori di FI nonché colui il quale scrisse il primo programma – non sono altro che il frutto di una politica che ragiona per fazioni. L’opposto di quanto accadeva 20/25 anni fa.
Professore, quelle sciorinate dal duo Berlusconi-Salvini sono proposte credibili? Lei le avrebbe mai scritte così?
Le do un’unica risposta per entrambe le domande: mai e poi mai. Quando ho scritto i programmi di Forza Italia, l’ho fatto per un partito che tendesse a rappresentare una quota importante di elettorato. Un elettorato che si identificasse e condividesse quelle posizioni. Oggi non è più così, nemmeno lontanamente.
E com’è allora?
Oggi i partiti fanno l’opposto. Ragionano per fazioni, correnti, fagocitati dalla logica della campagna elettorale. Così presentano agli elettori programmi irrealistici.
Come l’abolizione della “Fornero”?
Ma come si fa ad abolirla? Casomai la si può modificare, su questo ha ragione Berlusconi.
Qui perciò la domanda sorge spontanea: se il Centrodestra vincesse davvero le elezioni, sarebbe in grado di governare?
La risposta è netta, sicura, certa.
Credo di averla intuita, sa…
No, non sarebbero in grado. Perché le cose funzionassero, i tre leader del Centrodestra – ci metto dentro anche la Meloni – dovrebbero avere l’umiltà e l’intelligenza di riunirsi in una stanza e uscire da lì con un programma nuovo rispetto a questi pezzetti “partigiani”.
Se Berlusconi, Salvini e Meloni la chiamassero, cosa gli suggerirebbe?
Premesso che se mi squillasse il telefono non risponderei (ride), secondo me le cose da fare sono tre: ridurre il debito pubblico, rinegoziare i trattati europei e dare vita a una nuova politica sui migranti. Minniti ha fatto bene, ma c’ha messo una toppa…
Insomma, Urbani: come finirà?
A risarella, credo proprio che finirà a risarella. Arrivederci.
Twitter: @GiorgioVelardi