“Il ricorso alle elezioni suppletive in caso di vacanza sopravvenuta in un collegio uninominale non è una trovata ad personam per favorire qualcuno piuttosto che qualcun altro. Si tratta invece di un automatismo insito nel nuovo sistema elettorale ispirato al vecchio Mattarellum. Che non a caso prevedeva lo stesso meccanismo”. Parola del deputato di Forza Italia, Fabrizio Di Stefano. Che torna sull’argomento dopo l’articolo pubblicato da La Notizia sulla norma del Rosatellum che consentirebbe a Silvio Berlusconi di rientrare in Parlamento anche dopo le elezioni politiche. A patto che la Corte di Strasburgo accolga il suo ricorso contro la decadenza o sia intervenuta la riabilitazione. A quel punto basterebbe che un eletto di FI in un qualunque collegio uninominale si dimettesse e l’ex Cavaliere potrebbe ricandidarsi alle suppletive.
Diamo per scontato che non si sia voluto favorire nessuno. Di certo a beneficiarne potrebbe essere proprio Berlusconi. Lei che ne pensa?
“Che sia del tutto casuale. E che nel momento in cui si è deciso di fare quella legge, come già detto, il meccanismo delle suppletive è scattato automaticamente”.
Ergo: nessuna norma salva-Berlusconi?
“Non scherziamo. E’ un meccanismo insito nel modello elettorale. E poi Berlusconi è comunque già in campo. Candidato o non candidato fa poca differenza”.
A sentire il professor Piepoli, se candidato l’ex premier vale altri 300mila voti. Sicuro che non faccia differenza?
“Ne prendo atto. Come pure del fatto che Berlusconi non è al momento candidabile. Poi è chiaro che se la sentenza di Strasburgo arrivasse in tempo per consentirgli di candidarsi alle prossime Politiche sarebbe certamente meglio”.
Ma adesso con il Rosatellum si profila anche una terza via…
“E’ un fatto che la nuova legge offra la possibilità di percorrere una strada ulteriore. Ma è prematuro per parlarne”.