Un nome inattaccabile. Quello di Leonardo Gallitelli, ex comandante generale dei Carabinieri. Che dentro Forza Italia ha colto molti di sorpresa. E che di certo ha sparigliato le carte della partita in corso per la scelta del candidato premier della coalizione. Così Silvio Berlusconi ha inviato un duplice segnale. Il primo, politico, per frenare le ambizioni del leader della Lega, Matteo Salvini, che scalpita per lanciarsi in prima persona nella corsa verso Palazzo Chigi. Il secondo per tendere una mano all’Arma, restituendole quel prestigio un po’ offuscato dalle inchieste giudiziarie che vedono coinvolti i suoi vertici.
Militari alla carica – Comandante della Benemerita dal 2009 al 2015, dopo aver lasciato il comando Gallitelli ha guidato l’ufficio antidoping italiano. Nomina, sottolineò allora il presidente del Coni, Giovanni Malagò, “condivisa e avallata dal presidente del consiglio, Matteo Renzi”. Insomma, un nome capace di attirare consensi bipartisan. E se nel gennaio scorso smentì il generale smentì voci di una sua candidatura a governatore del Lazio per il centrodestra, non ha invece avuto nulla da obiettare – almeno finora – all’idea di raccogliere il testimone di Berlusconi come candidato premier alle prossime politiche. Di certo non è passato inosservato che la scelta di Gallitelli arrivi in un momento di particolare difficoltà per l’Arma. Il 16 novembre, il Fatto Quotidiano dava conto, dopo quella per la fuga di notizie nell’inchiesta Consip, di una seconda indagine (per la quale è stata già chiesta l’archiviazione) a carico dell’attuale comandante Tullio Del Sette relativa al trasferimento di tre ufficiali dei Carabinieri. Di certo, al di là della piega che prenderanno le inchieste, la candidatura di Gallitelli da parte di Berlusconi contribuisce a restituire credibilità all’immagine dell’Arma un po’ incrinata dopo le ultime vicende.
Vade retro Salvini – Ma non è tutto. C’è chi, dentro Forza Italia, è convinto che il nome del generale non sia casuale anche per altre ragioni. “Un nome inattaccabile, attraverso il quale Berlusconi ha mandato un messaggio chiaro a Salvini: ‘Non sei tu l’unico possibile candidato premier, ci sono delle alternative’ – ragiona con La Notizia un parlamentare azzurro di lungo corso -. Un nome, peraltro, sul quale difficilmente Fratelli d’Italia potrebbe sollevare obiezioni: in questo modo il Cavaliere ha dato un colpo anche all’asse Lega-FdI, vero o presunto che sia”. E non solo. “Allo stato Berlusconi non è e non sarà candidabile, Antonio Tajani per ora non si è reso disponibile, anche se sul suo nome non ci sarebbero obiezioni – prosegue l’esponente di FI -. Mentre per il governatore della Liguria, Giovanni Toti, troppo vicino alla Lega le quotazioni sono decisamente al ribasso”. E se Berlusconi tornasse candidato o Tajani cambiasse idea? “Si potrebbe sempre cambiare in corsa senza contraccolpi nella coalizione”. Il caso di Guido Bertolaso, candidato a sindaco di Roma e poi scaricato, insegna.