Sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, riciclaggio ed autoriciclaggio. Sequestro milionario di beni nei confronti della famiglia del parlamentare nazionale di Forza Italia Francantonio Genovese, compreso il rampollo 21enne Luigi, neo deputato regionale.
Il provvedimento eseguito dalla Guardia di finanza di Messina colpisce un impero finanziario, scrivono le agenzie di stampa, che vale 100 milioni di euro in termini di aziende, conti correnti e immobili: è il sequestro preventivo, viene fatto notare, più cospicuo mai effettuato dall’autorità giudiziaria della città dello Stretto.
Nell’inchiesta, dunque, spunta anche il nome del giovane neo consigliere regionale. L’inchiesta coordinata dal procuratore peloritano Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Sebastiano Ardita ha messo i sigilli a beni milionari tra società di capitali, conti correnti, beni mobili ed immobili, ed azioni. Oltre ai soldi presenti sul conto di una società panamense, aperto in una banca di Montecarlo, e i conti correnti di Unicredit e di una banca messinese, sono stati sequestrati una villa, appartamenti a Roma e Taormina e quote di due società, la L&A e la Gepa, trasferite da Francantonio Genovese al figlio.
Tutto riconducibile a Francantonio Genovese, primo segretario del Pd in Sicilia, deputato del partito di Matteo Renzi poi approdato in Forza Italia dopo l’arresto. Genovese era stato già condannato in primo grado per associazione per delinquere, truffa, riciclaggio, frode fiscale, peculato perché con enti controllati da lui e dai suoi familiari ha truffato la Regione siciliana.