Contenziosi a tutto gas, verrebbe quasi da dire. Tra le tante montagne da scalare, per poter entrare definitivamente in una nuova era, la Consip si trova a dover affrontare quella dei contenziosi. È la stessa Centrale acquisti del Tesoro, da pochi mesi guidata da Cristiano Cannarsa, ad averne individuato l’“altezza”. Così viene fuori che le battaglie legali attualmente in corso, con una pletora di fornitori, riguardano appalti banditi dalla società pubblica per un valore complessivo di 2,6 miliardi di euro. Si tratta di un “quadro di incertezza aggravatosi nel tempo”, ha fatto sapere la stessa Consip, uscita piuttosto malconcia dalle inchieste dei pm di Napoli e Roma che, tra le altre cose, hanno coinvolto mezzo “giglio magico” renziano.
Lo screening – Tra i settori più coinvolti da ricorsi e controricorsi alla giustizia amministrativa, come ammette la stessa società pubblica, c’è quello dei servizi energetici. Ammissione per certi aspetti allarmante, visto che in questo periodo, proprio sul tema, sono in ballo due maxi commesse che da sole valgono una base d’asta di 3,3 miliardi di euro. La più antica, almeno a stare al percorso ricostruito sul sito internet della Consip, va trascinandosi dalla bellezza di due anni. Parliamo dell’appalto per le attività di gestione, conduzione e manutenzione degli impianti termici e di climatizzazione delle pubbliche amministrazioni. La pubblicazione dei documenti di gara risale al 30 novembre del 2015. E dopo tutta una serie di proroghe, che grosso modo fissavano la scadenza al marzo del 2016, non si è ancora giunti a capo della procedura. Il piatto è a dir poco succulento: 16 lotti per un valore di 1,8 miliardi di euro, il tutto alla base di una convenzione la cui durata è stata fissata in 24 mesi. Ed è utile anche andare a guardare i vincitori della precedente edizione dello stesso bando Consip, risalente al 2012, per rendersi conto di quale sia la posta in palio.
Appetiti – Parliamo infatti di società come le coop rosse Cns e Manutencoop, o di realtà come Cofely (in pratica i francesi di Engie) e Cpl Concordia. Tutte società, a ben vedere, assurte agli onori delle recenti e movimentate cronache sbocciate intorno alla Centrale acquisti del Tesoro, i cui vertici sono stati recentemente cambiati dal ministero dell’economia guidato da Pier Carlo Padoan. L’altro bando in palio, pubblicato il 31 luglio scorso, riguarda la fornitura diretta di energia elettrica alle pubbliche amministrazioni: 17 lotti per un totale di 1,5 miliardi di euro. Qui, a dir la verità, la procedura sta andando avanti molto più spedita. La commissione aggiudicatrice, infatti, ha già ammesso le aziende candidate a spartirsi la torta. A farla da padrona è l’Enel, il colosso elettrico guidato da Francesco Starace, che è in lizza in ben 16 lotti su 17. E seguire Edison (ormai francese), che vuole contendere all’Enel 11 lotti su 16. A seguire si registrano anche le candidature di ex municipalizzate come Iren, A2a e Hera.
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