di Stefano Sansonetti
Naturalmente ci sono gli obiettivi legati alla cooperazione bilaterale tra due paesi. Poi però si scopre che quell’atto di “liberalità” ha soprattutto la funzione di innescare nuovi affari per le imprese nazionali. E che affari, visto che parliamo di armi. Nelle scorse settimane la ministra della difesa, Roberta Pinotti, e il collega della Farnesina, Angelino Alfano, hanno firmato un decreto con cui l’Italia ha deciso di regalare all’Albania 5mila fucili d’assalto e due veicoli blindati. Tecnicamente si tratta di una “cessione a titoli gratuito” di materiale non più aggiornatissimo da un punto di vista tecnologico. Secondo una relazione dello Stato maggiore della Difesa, allegata al decreto, l’operazione “ha lo scopo di rafforzare ancora di più i buoni rapporti bilaterali in essere tra i due paesi”.
La premessa– In più si spiega che l’Albania ormai fa parte da anni della Nato. Ed è diventato un interlocutore fondamentale nel processo di stabilizzazione dei Balcani. Insomma, ci sono tutte le premesse geopolitiche. Ma il reale obiettivo di questo regalo è un altro. Per comprenderlo bisogna innanzitutto considerare l’oggetto di questa “cessione a titolo gratuito”. Per cominciare ci sono 5mila fucili d’assalto AR 70/90, prodotti dalla Beretta e introdotti nell’ormai lontano 1990. La relazione allegata ricorda che in Italia dal 2010 è stata avviata la loro progressiva sostituzione con un’altra tipologia di fucili d’assalto, gli ARX-160, sempre prodotti dalla Beretta. Di più, perché il programma di ammodernamento della nostra Difesa prevede l’acquisizione totale di 68.718 di questi fucili aggiornati (con annessi affari per la Beretta). Dopodiché, come detto, il regalo all’Albania prevede anche due blindati VTLM Lince, prodotti dalla Iveco, società che a sua volta fa capo alla Cnh Industrial della grande famiglia Agnelli (infatti è partecipata dalla cassaforte Exor).
Dietro le quinte – Successivamente, nel capitolo 7 della relazione dello Stato maggiore della Difesa, si legge che “dal punto di vista politico-industriale, tale cessione assume una notevole rilevanza in quanto rafforza i già buoni rapporti bilaterali con l’Albania ed è verosimilmente foriera di ulteriori potenziali contratti di manutenzione e/o aggiornamento dei sistemi da parte delle aziende costruttrici nazionali”. Poco dopo il documento segnala che le autorità albanesi “sono tuttora in trattativa con Leonardo (già Selex-Es) per un software di controllo del territorio, unitamente all’aggiornamento del sistema Tetra”. Quest’ultimo, per inciso, è un sistema di comunicazioni radio che rientra nel business dell’ex Finmeccanica, oggi guidata dall’Ad Alessandro Profumo. Ma la relazione ricorda che il mercato albanese continuerà a offrire “numerose opportunità per il gruppo Beretta”. Ecco allora che il decreto, ora all’esame del Parlamento, fa un regalo all’Albania soprattutto in vista di future commesse del Paese a beneficio di aziende italiane. Quando si dice realpolitik.