Altra grana in casa Movimento 5 Stelle. Come se non bastasse il caos sulle regionarie siciliane scoppiato martedì, con Giancarlo Cancelleri intenzionato comunque a tirare dritto, a Bagheria (Palermo) il sindaco pentastellato Patrizio Cinque è indagato – insieme a 16 funzionari – nell’ambito di un’inchiesta della procura di Termini Imerese sulla gestione del servizio dei rifiuti.
Omissione d’atti d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, turbativa d’asta e abuso d’ufficio sono le ipotesi di reato a carico del primo cittadino, per il quale il giudice ha stabilito l’obbligo di firma. “È un attacco ad orologeria”, si è immediatamente difeso l’interessato, “si mette dentro di tutto per attaccare un sindaco e un’amministrazione Cinque stelle a meno di due mesi dalle elezioni regionali”.
Dal Partito democratico però, immediato, è partito il contrattacco. “Alla luce del provvedimento della magistratura che dispone l’obbligo di firma Cinque deve seriamente valutare le proprie dimissioni”, ha detto Daniele Vella, sfidante di Cinque sconfitto al ballottaggio: “Non si può amministrare una città avendo in capo un provvedimento così grave che toglie tempo, energie e serenità”.