Speriamo che il sonno perso abbia giocato un ruolo decisivo nell’ultima uscita di Matteo Salvini. Già, perché ricostruire la vita del leader del Carroccio è piuttosto facile: basta andare sulla sua pagina Facebook e scorrere i suoi post per “scoprire” che il leghista ieri si è svegliato alle cinque di mattino “avendo dormito poco e male”, come scrive lui stesso, “per scoprire che l’aereo è in ritardo di tre ore”. Un ritardo determinante dato che poi è arrivato in ritardo a Bruxelles (ricordiamolo: Salvini, tra le altre cose, sarebbe anche europarlamentare). Ecco speriamo che il poco sonno abbia fatto sì che il leghista si sia lanciato in un commento spiacevole nei confronti e della sindaca di Torino, Chiara Appendino e della presidente della Camera, Laura Boldrini. Ancora una volta, a rivelare il misfatto un post sulla pagina Facebook più aggiornata del secolo. “Una Boldrini grillina…Con tutti i problemi che ha Torino, questi pensano al vocabolario!”, scrive infatti Salvini a corredo di un articolo in cui si parla della delibera approvata dalla giunta M5s torinese, che riforma il linguaggio dell’amministrazione eliminando le forme di discriminazione di genere (si dovrà usare sindaca, assessora, avvocata). Al di là di come la si veda nel merito – si può essere più o meno d’accordo con l’obbligo di imporre il femminile a sostantivi invariabili, col rischio di storpiare la lingua italiana – resta un fatto incontrovertibile: il leader del Carroccio ha utilizzato il nome della presidente della Camera come appellativo evidentemente offensivo nei confronti della Appendino. In un colpo solo, insomma, una doppia offesa. Che, se si ha la decenza di giudicare prescindendo dal colore politico, non può che definirsi sessista.
Cursus dis-honorum – Ma, d’altonde, non è nemmeno la prima volta che Salvini prende di mira la presidente della Camera. Qualche esempio: 12 aprile 2015, il leader leghista definiva la Boldrini “il peggior presidente della Camera della storia, l’ipocrisia, il niente fatto donna” (tanto per restare sul rispetto di genere); 26 luglio 2016: “C’è la sosia della Boldrini qui”, dice il prode Salvini esibendo una bambola gonfiabile, in un comizio a Soncino (Cremona); 4 aprile 2017: “La maestrina Boldrini – dice Salvini su Facebook (ma non mi dire!) – scrive (ancora?) a Zuckerberg contro ‘odio e bufale’ su Facebook, invocando chiusure e censure…”, per poi concludere: “la Boldrini fa tutto questo senza rendersi conto che la peggior bufala e fake news vivente è proprio lei!”. Inevitabile, con questo pedegree, che poi i salviniani sulle orme del loro maestro, cadano in insulti sessisti della peggiore specie. Una conclusione esagerata? Uno sguardo di parte? Anti-leghista? Vediamo i fatti. Dopo il terribile stupro di Rimini di fine agosto, ecco cosa scrive – su Facebook, ça va sans dire – Saverio Siorini: “Ma alla Boldrini e alle donne del Pd, quando dovrà succedere?”. Chi è Siorini? Presto detto: il segretario cittadino di San Giovanni Rotondo (Foggia) di Noi con Salvini. Anzi, ex segretario perché è stato espulso. Domanda: perché lui sì e Salvini no?