Abusi, anche su donne incinta. Punizioni pubbliche. Violenze. Stupri. Torture. È quello che si verifica nei campi in Libia con la complicità dei leader europei. L’accusa, fortissima, è stata lanciata in conferenza stampa dalla presidente internazionale di Médecins sans Frontieres, Joanne Liu. “Quella che ho visto in Libia la descriverei come l’incarnazione della crudeltà umana al suo estremo. La forma più estrema di sfruttamento degli esseri umani basata sul sequestro, la violenza carnale, la tortura e la schiavitù. I leader europei sono complici mentre si congratulano del successo perché in Europa arriva meno gente dall’Africa”, sono le parole pronunciate da Liu, che ha incontrato i giornalisti a Bruxelles dopo la pubblicazione della lettera aperta inviata ai leader europei.
Reduce da una visita in Libia, durante la quale ha avuto accesso al centro di detenzione “ufficiale” di Tripoli, la presidente di Msf ha riferito gli orrori che si compiono in quei campi. “Ho visitato un certo numero di centri ufficiali di detenzione la settimana scorsa e sappiamo che questi centri di detenzione ufficiali sono solo la punta dell’iceberg: le persone vengono considerate semplicemente materia prima da sfruttare. Vengono stipate in stanze scure, luride, senza ventilazione, vivono uno sull’altro”, scrive nella sua missiva ai capi di Stato.
“Le donne incinte sono oggetto di violenza sistematica. Vengono particolarmente prese di mira, prese e violentate”, ha raccontato Liu, citando anche il caso di una persona portata in ospedale per grave malnutrizione: “Ci è voluto un mese per farlo guarire, ma poi è stato riportato nel campo a soffrire di nuovo la fame”. “So – ha aggiunto Liu – che non ci sono bacchette magiche, ma almeno bisogna smettere di rimandare le persone in quella terra da incubo che è la Libia oggi”.
È per questo motivo che la missiva inviata da Liu ai leader europei comincia con una domanda: “Chi è davvero complice dei trafficanti: chi cerca di salvare vite umane oppure chi consente che le persone vengano trattate come merci da cui trarre profitto?”. Sulla lettera di Msf è intervenuta anche Catherine Ray, portavoce dall’alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini. “La Commissione è consapevole che le condizioni nei campi di detenzione in Libia sono scandalose ed inumane”, ha detto la portavoce, che ha tuttavia evitato di rispondere alle domande dirette sulle prove di coinvolgimento della guardia di frontiera libica e sui finanziamenti che il governo italiano dà alle milizie che portano i migranti nei campi di detenzione in Libia.