Continua la battaglia a distanza tra Londra ed Europa sui negoziati post-Brexit. L’ultima carta che Londra mette sul tavolo è il limite all’ingresso dei lavoratori non qualificati. Nella difficilissima trattativa con Bruxelles sulla Brexit, il governo di Theresa May continua a usare come arma, dunque, la minaccia di limitare i diritti dei cittadini Ue che vivono o vorranno vivere nel Regno Unito e fa trapelare sul Guardian le proposte elaborate per ridurre l’immigrazione europea.
Il documento, intitolato Border, Immigrazion and Citizenship System After the IK Leaves the European Union, punta a dare priorità ai britannici nell’accesso ai posti di lavoro. Il report di 82 pagine, datato agosto 2017 e messo a punto dall’Home Office, elenca una serie di misure che la delegazione deputata alle trattative con Bruxelles è pronta a mettere sul tavolo del negoziato. È previsto che la libera circolazione dei lavoratori finisca subito dopo l’uscita del Paese dall’Ue, che venga scoraggiato l’ingresso di lavoratori non qualificati con permessi di residenza della durata di massimo due anni e che sia introdotto l’obbligo del passaporto alla frontiera.