di Stefano Sansonetti
Sulla carta lo scenario è idilliaco. Per le aziende italiane, soprattutto quelle che operano nel settore hi-tech, si dovrebbero aprire grandi opportunità. Scenari nei quali, ovviamente, potrebbe essere più facile reperire quei capitali che mancano per il salto di qualità, magari attraverso una quotazione. Ma chi è il Babbo Natale che, un po’ in anticipo sul calendario, sta promettendo tutto questo? Diciamo che viene dalle parti di Parigi. E questo, in un momento di tensione nei rapporti economici tra Italia e Francia, non può non far riflettere. L’operazione porta la firma di Euronext, la super borsa europea nata anni fa dalla fusione dei listini di Parigi, Bruxelles e Amsterdam.
Il piano – Ieri alcuni articoli di stampa riportavano la notizia dell’apertura di un ufficio Euronext a Milano. In pochi, però, si sono soffermati sugli obiettivi. La società che gestisce la super Borsa europea, di fatto, ha intenzione di fare concorrenza alla Borsa italiana (che a sua volta fa capo all’inglese Lse) cercando di convincere quante più aziende sarà possibile a quotarsi sui segmenti gestiti dalla stessa Euronext. Da qui tutto un ventaglio di offerte per allettare le aziende italiane dell’hi-tech: da un programma formativo all’analisi dei benefici che arriverebbero dalla quotazione su Euronext, per finire a una gamma di servizi per chi effettivamente decide di quotarsi. Ora, va bene la concorrenza tra Borse, ma chi c’è dietro Euronext? Sede ad Amsterdam, non ci è dubbio che la società sia a trazione francese. A provarlo sono tanti elementi. Innanzitutto il principale listino gestito è quello di Parigi. Amministratore delegato di Euronext, poi, è un francese che si chiama Stephane Boujnah, già consigliere del ministero dell’economia transalpino e già componente della famosa Commissione per la liberazione della crescita istituita all’epoca da Nicolas Sarkozy. Infine il 33,36% di Euronext, ossia il pacchetto di controllo della società, è in mano a una serie di istituzioni finanziarie francesi come Bnp Paribas, la Cassa Depositi transalpina, la banca pubblica di investimento Bpifrance e Societe Generale.
Il quadro – Insomma, non si va lontani dalla realtà se si dice che la Francia in questo momento sta buttando un occhio molto attento alla nostro potenziale mercato borsistico, cercando di sfilarci aziende da fare quotare su Euronext. E questa operazione, dato il particolare periodo storico, va ad aggiungersi ai tentativi francesi di stringere la presa su Tim (dopo l’ingresso pesante di Vivendi) e di rinsaldare il controllo su Stx, la società dei cantieri navali la cui maggioranza sarebbe dovuta finire in mano all’italiana Fincantieri. Così, sotto la nuova presidenza di Emmanuel Macron, la Francia cerca di allargare il suo raggio d’azione nella penisola. Mentre in Italia, soprattutto dopo la presa di posizione del ministro per lo sviluppo, Carlo Calenda, ancora si discute se utilizzare il “golden power” per frenare la stessa Vivendi in Telecom. la realtà è che Parigi ha aperto diverso fronti in Italia, mentre Roma sembra farsi cogliere ogni volta un po’ di sorpresa.
Twitter: @SSansonetti