La partita sui migranti si complica giorno dopo giorno. E così, dopo il codice delle Ong partorito dal Viminale con il beneplacito di tutto l’Esecutivo e dell’Europa, parte delle organizzazioni non governative stanno ritirando le proprie navi. Già, perché dopo essersi divise sulla sottoscrizione del codice di condotta posto loro sul tavolo dal Viminale, a rendere tutto più difficile sono ora le minacce subite dalla guardia costiera libica e l’annuncio di Tripoli di voler creare una zona Sar molto ampia, ben oltre le sue acque territoriali, nella quale sarebbe possibile operare solo dietro sua autorizzazione. Così, “in attesa di capire se ci sono le condizioni di sicurezza”, anche Save the Children, dopo Medici Senza Frontiere e Sea Eye, ha deciso di sospendere le operazioni. Si tratta per ora di una pausa, il tempo necessario per valutare se i pattugliamenti della marina libica in acque internazionali siano compatibili con la loro missione.
Bruxellese d’accordo – Ma è qui, ora, che si potrebbe aprire un capitolo inaspettato. Il vuoto in mare lasciato dai vascelli delle organizzazioni non governative, infatti, non sembra preoccupare il ministero dell’Interno, che guarda con soddisfazione al risultato del calo dei miganti a luglio. Non solo. Dal primo gennaio a oggi, secondo i dati del Viminale, i migranti sbarcati sulle coste italiane sono 97.293, il 4,15% in meno rispetto ai dati dello stesso periodo del 2016, quando le persone arrivate furono 101.507. Ma ecco il punto: “Se gli arrivi dovessero riprendere in modo intenso – ragiona una fonte qualificata vicina al ministro Marco Minniti con Repubblica – chiederemo alle missioni europee Sophia e Triton, e ai mercantili di passaggio, di aiutare la Guardia costiera nei soccorsi. Esattamente come avveniva prima dell’arrivo delle navi umanitarie nel Mediterraneo”. Prima, dunque, che le Ong si facessero carico del salvataggio di 46.796 profughi nel 2016 (il 38 per cento del totale) e di 12.646 nei primi mesi del 2017 (circa il 35 per cento). Ed era stata proprio la loro presenza di fatto a permettere alle navi militari di Triton e Sophia di tenersi lontane dall’area “Search and Rescue”. Dalla Commissione Ue, intanto, disponibilità a valutare un rafforzamento della missione Triton per assecondare una richiesta italiana. “Le necessità del piano operativo dell’operazione Triton sono concordate con le autorità italiane – ricorda una portavoce – e gli attuali livelli” delle risorse “impiegate corrispondono ai bisogni, così come identificati dalle autorità italiane. Tali livelli vengono sempre monitorati e aggiustati alla situazione, se necessario. Se l’Italia dovesse fare richiesta” di rafforzamento “l’Agenzia li valuterà”.
Lo scontro – Intanto lo scontro tiene banco anche a livello politico. Nel Movimento 5 Stelle si apre il dibattito sul ruolo delle Ong e sui respingimenti. Come è noto Luigi di Maio ha attaccato quelli che ha definito “taxi del mare”, mentre Roberto Fico ha scritto su Fb che il tema immigrazione va affrontato “con politiche lungimiranti, non con soluzioni superficiali o addirittura disumane”. Restano concordi con Minniti Lega e Forza Italia, mentre il Pd resta – suo malgrado – diviso al suo interno.