Una situazione grave, ma non seria. Riadattiamo il Flaiano pensiero per dare il senso della percezione che la mafia foggiana ha avuto dalle parti del Viminale almeno fino al quadruplice omicidio di San Marco in Lamis (Foggia). Perché non vi è più alcun dubbio che la criminalità nella Capitanata e dintorni sia stata ampiamente sottovalutata. Anche dal ministero dell’Interno che circa due mesi fa, esattamente lo scorso 25 maggio, ha risposto all’interrogazione presentata dal senatore Lucio Tarquinio che chiedeva interventi incisivi da parte dello Stato per contrastare la criminalità nella zona. Ebbene, pur riconoscendo la presenza di una malavita agguerrita e violenta, il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, nella risposta ha definito la situazione nel capoluogo dauno “di pacifica convivenza tra i diversi sodalizi che è frutto di una meditata strategia di non belligeranza”. Tanto pacifica non lo era se poco più di due mesi dopo nelle campagne tra San Marco in Lamis ed Apricena c’è stata una vera e propria strage. Senza dimenticare tutti i morti ammazzati dei mesi precedenti. Diciassette in tutto, nella provincia, da inizio anno. Ma, tutto sommato, la situazione per il Viminale era sottocontrollo. Bubbico, infatti, ha concluso la sua risposta all’interrogazione sottolineando: “Si assicura che la situazione della sicurezza pubblica nel comune di San Severo, nel comune capoluogo e nella provincia di Foggia è alla costante attenzione del ministero e”, si legge nel documento che La Notizia riporta fedelmente, “che le forze di polizia continueranno a seguire le questioni segnalate per garantire, con professionalità e senso di responsabilità, il costante monitoraggio del territorio e la predisposizione di adeguate misure di vigilanza e controllo”.
Numeri che non tornano – Un’attenzione evidentemente insufficiente visto che giovedì pomeriggio il ministro dell’Interno, Marco Minniti, è dovuto intervenire d’urgenza annunciando “misure speciali” immediate. Misure che poi tanto speciali non sono. Ed ecco spiegato il perché. Il capo del Viminale ha fatto sapere che arriveranno nella provincia dauna 192 unità operative in aggiunta a quelle già esistenti. Bene, sempre leggendo la risposta di Bubbico, emerge chiaramente che le nuove unità operative non faranno altro che andare a colmare un vuoto d’organico che, almeno fino al 25 maggio, era di 181 unità. Bubbico spiegava infatti che le forze di polizia sul territorio potevano contare su 2.075 unità a fronte di una previsione organica di 2.256. Differenza che, come detto, fa 181. Ecco perché con l’arrivo di 192 uomini si andranno a colmare le carenze. E ci saranno solo 11 uomini più del previsto, magari di reparti specializzati. Ma comunque il minimo sindacale.
Per placare anche le richieste di numerosi sindaci della zona che da tempo chiedevano più forze di polizia, il ministero dell’Interno aveva fatto leva anche sui dati statistici sottolineando la necessità di fornire “una corretta visione d’insieme della situazione del foggiano”. Nel documento si legge, infatti, che “il totale dei delitti segnalati nella provincia dal 2016 fa registrare una flessione pari all’11,2% rispetto all’anno precedente”. Con rapine e furti in calo, ma con una crescita di estorsioni, reati di spaccio e omicidi. Appunto.