Nel giorno della riapertura dei ristoranti ad Amatrice il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha annunciato l’intenzione di candidare il tradizionale piatto dell’amatriciana a patrimonio dell’Unesco.
“Oggi era importante essere ad Amatrice, per dire innanzitutto grazie ai tanti cittadini che hanno contribuito e per continuare a dare una mano a costruire passo dopo passo il futuro di queste comunità e di queste terre straordinarie”, ha affermato Martina nel corso dell’inaugurazione del Polo della Ristorazione di Amatrice, “Abbiamo completato i pagamenti degli aiuti diretti straordinari aggiuntivi per oltre 3.800 agricoltori e allevatori delle terre colpite, per un impegno totale di 28 milioni di euro. Nel contempo stiamo seguendo il progetto del riconoscimento dell’amatriciana come specialità tradizionale garantita (Stg) e oggi possiamo anche informare che è nostra intenzione candidare la tradizione amatriciana a patrimonio Unesco nell’ambito degli obiettivi del 2018, anno che come governo abbiamo voluto dedicare al cibo italiano”.
La prima fase della ripartenza ha portato alla rinasciata di otto ristoranti, tre dei quali ripartono da oggi. Un piccolo passo a quasi un anno dal terremoto che il 24 agosto dello scorso anno e, poi, con scosse successive rase al suolo il piccolo paesino. Oggi ha riaperto l’Area Food di San Cipriano, voluta dal Comune e realizzata grazie alle donazioni raccolte da Corriere della Sera-RCS e La7, con risorse dello stesso comune di Amatrice e il sostegno della Regione Lazio. Le nuove strutture sono state disegnate dall’architetto Stefano Boeri e dal Consorzio Innova FVG; sono state realizzate con elementi modulari prefabbricati con il legno della filiera del Friuli Venezia Giulia. Nei locali ci sarà anche la mensa per la nuova scuola. Tra le otto attività pronte a riaprire i battenti anche il ‘Ristorante Roma’, lo storico complesso dell’omonimo Hotel. Gli altri ristoranti che riaprono sono ‘Da Giovannino’, ‘Pica Patrizia’,, ‘Ma-Tru’, ‘La Conca’, ‘Il Castagneto’, ‘Mari e Monti’ e “Serafini Franco’.