Un’altra giornata di passione (l’ennesima) in casa del Partito democratico. Stavolta a scaldare gli animi fra i renziani e la minoranza che fa capo al ministro della Giustizia Andrea Orlando c’ha pensato la legge elettorale. In mattinata il capogruppo dem a Montecitorio, Ettore Rosato, si è presentato ai microfoni di RaiNews 24 e l’ha sparata grossa. “La priorità della nuova legge elettorale – ha detto Rosato – è solo dei media, non nostra. Se ci saranno le condizioni bene, ma le nostre priorità sono altre”. E ancora: “La nostra agenda di fine legislatura è definita e riguarda innanzitutto cose concrete della vita di tutti i giorni degli italiani. Prima della pausa parlamentare estiva approveremo la legge sui vitalizi, contro le truffe agli anziani, sulle nuove vaccinazioni obbligatorie, i provvedimenti per il rilancio del Mezzogiorno. Alla ripresa le priorità saranno innanzitutto l’economia con la manovra e l’occupazione”.
Certo, poi il deputato della corrente che fa riferimento all’ex segretario Dario Franceschini ha provato a correggere il tiro, spiegando che “c’è ancora spazio per una riforma elettorale” ma “ci vuole lealtà da parte di tutti” per “difendere fino in fondo il lavoro che si fa insieme e il risultato che si raggiunge. Purtroppo il Movimento 5 Stelle non lo ha fatto”. Ma la frittata era fatta. Primo perché si tratta di una posizione non in linea con quanto il Quirinale, va ripetendo da tempo, ossia armonizzare i due Consultellum. Secondo perché, come detto, le affermazioni di Rosato hanno scatenato la dura reazione degli orlandiani. Nel pomeriggio 5 senatori (Borioli, Capacchione, Cardinali, Fabbri, Tomaselli e Vaccari) hanno preso carta e penna per dire che “riaprire il confronto parlamentare e trovare una soluzione decente per la legge elettorale è decisivo proprio per la vita concreta di milioni di italiani, imprese, lavoratori, famiglie, che sarebbero i più penalizzati da uno scenario di instabilità”. Perciò “risultano difficili da comprendere le espressioni di sufficienza nei confronti di una questione vitale per la democrazia italiana rilasciate oggi dal capogruppo Pd alla Camera, Rosato”. Col Centrodestra avanti nei sondaggi, non è difficile capire perché il Pd non sia intenzionato a toccare nulla. Matteo Renzi resta ancorato all’idea della corsa solitaria del suo partito, mentre con un sistema che favorisce le coalizione Berlusconi, Salvini e Meloni avrebbero la meglio.