A dir poco paradossale che in un mondo sempre più interconnesso e con i reati informatici in continua crescita si decida di intervenire con l’accetta pure sulla Polizia postale piuttosto che rinforzarla. Eppure sembra proprio questa la strada tracciata dal dipartimento della sicurezza pubblica che ha presentato il piano alle organizzazioni sindacali delle forze di polizia. Non è ancora chiaro quanti siano per l’esattezza i presìdi che saranno chiusi in seguito all’attuazione del piano di razionalizzazione. Le stime più catastrofiche, fatte da alcune sigle sindacali, parlano di 73 sedi di polizia postale pronte a saltare. Nelle province dove sarà soppressa la sezione di polizia postale dovrebbe essere istituita nelle questure una “sezione reati informatici”. Al di là di quelli che sono ancora numeri in libertà è arrivato il chiarimento di Filippo Bubbico, vice ministro dell’Interno, che rispondendo a più interrogazioni ha spiegato in Parlamento che “il piano è ancora in attesa di definizione”. Ma i tagli ci saranno. E poco importa se siamo nell’era del cyber crime.
Spending review – La ristrutturazione degli uffici di Polizia sull’intero territorio nazionale è un tema aperto ormai da qualche anno; basti pensare, come ricordato dallo stesso vice ministro dell’Interno, che è stato sottoposto già nei primi mesi del 2014 al parere delle autorità provinciali di pubblica sicurezza. La strada si è, poi, ulteriormente ingarbugliata con la riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni. Obiettivo del provvedimento è quello di evitare duplicazioni e dispersioni anche nell’esercizio delle funzioni di polizia. Ecco perché ha spiegato Bubbico “la razionalizzazione della dislocazione delle forze di polizia sul territorio sarà determinata privilegiando l’impiego della Polizia nei comuni capoluogo e dell’Arma nel restante territorio”. Nello specifico anche “la Polizia postale è coinvolta nel riordino ed è evidente la necessità di adeguarne l’organizzazione alle notevoli trasformazioni registratesi nel settore”. Detto questo risulta evidente che il personale debba essere in possesso di imprescindibili competenze tecnico-professionali. Su questo Bubbico ha rassicurato che non si tratterà di tagli lineari ma fatti tenendo conto delle competenze in materia di reati informatici.
Il blue whale – “Stanno emergendo nuove tipologie di reati che vanno oltre le frodi e truffe informatiche”, ha spiegato a La Notizia Domenico Pianese, segretario del sindacato di Polizia del Coisp, “quali ad esempio bullismo e pedofilia online o il blue whale, un gioco fatto di prove pericolose con inviti via web ad autolesionismo che in casi estremi può portare anche al suicidio. Ecco perché occorrerebbe investire di più sulla polizia postale e con personale più specializzato”. Questo fenomeno, però, sembra non spaventare ancora molto il Governo visto che il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in risposta all’onorevole Stefania Covello, ha chiarito: “La percentuale dei casi qualificanti ipotesi di reato, come l’istigazione al suicidio o il procurato allarme, è inferiore al 5% delle segnalazioni pervenute”. Allo stesso tempo il ministro ha assicurato l’impegno nel contrasto del fenomeno della Balena blu prima che dilaghi. Sempre a patto che non siano tagliati troppi agenti.