Era pronta a lasciare la provincia di Alessandria raggiungere di nuovo la Siria e combattere a difesa del Califfo, sempre più in difficoltà. Nonostante nei mesi scorsi fosse stata rispedita in Italia dalla polizia turca, che l’aveva incarcerata per qualche giorno dopo averla catturata. Così Lara Bombonati, 26 anni di Garbagna (nell’alessandrino), è stata arrestata dalle autorità italiane con l’accusa di terrorismo internazionale.
Gli uomini della Digos di Alessandria, insieme ai colleghi di Torino, hanno controllato – sin dal suo rientro forzato in Italia – tutti i movimenti della giovane foreign fighters italiana per comprendere se nutrisse ancora intenzioni bellicose. L’arresto si è reso inevitabile quando molti indizi portavano a un imminente viaggio in Siria: a quel punto sarebbe stato impossibile controllare gli spostamenti e il rischio era un altro rientro in Patria sotto mentite spoglie. Secondo quanto ricostruito dagli esperti dell’anti-terrorismo, la giovane ha anche perso il marito, un italiano nato a Trapani, sul fronte siriano: come lei aveva sposato la causa dell’Isis. E in nome del Califfo sarebbe morto in battaglia. Ma la Procura di Torino sta cercando ulteriori elementi per comprendere la rete di fiancheggiatori con cui Lara Bombonati entrava in contatto. Non è escluso, infatti, che ci possano essere altri indagati.