Punti di riferimento per interi territori, ma le televisioni locali sono costrette a lavorare sempre di più in condizioni di fortuna. Stringendo la cinghia e con i dipendenti pronti a fare enormi sacrifici per portare avanti quello che non è solo un lavoro, ma una passione: informare. Come se non bastassero le difficoltà di un settore in piena crisi, qual è quello dell’editoria, a rendere ancor più tortuoso il percorso delle emittenti locali è il ritardo costante nell’erogazione dei fondi da parte del ministero dello Sviluppo economico. Basti pensare che solo in questi giorni le televisioni regionali stanno riscuotendo il contributo per l’anno 2015. Le radio li attendono ancora. E per il 2016 ci sarà da tribolare ancora a lungo. Con la speranza di non cadere prima che arrivi il prossimo assegno.
Il problema è rappresentato dalla mancata emanazione del bando per la presentazione delle domande per il riconoscimento dei contributi dello scorso anno. Un ritardo causato da un altro ritardo, perché le domande si dovranno presentare attraverso un nuovo regolamento che, però, non è stato ancora emanato. Un regolamento da adottare su proposta del ministro dello Sviluppo di concerto con quello dell’Economia. Il percorso appare complicato prima di arrivare al traguardo. Lo schema di decreto del presidente della Repubblica recante il regolamento con i criteri per l’erogazione del Fondo, è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri. Il mese scorso la sezione consultiva del Consiglio di Stato ha chiesto una serie di chiarimenti al Mise che, nei giorni scorsi, ha inviato a Palazzo Spada le proprie osservazioni per avere un parere definitivo. “Il regolamento è all’esame del Consiglio di Stato”, ha chiarito Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo assicurando la pubblicazione in Gazzetta ufficiale entro l’estate. L’iter procedimentale prevede, inoltre, anche il parere delle commissioni parlamentari competenti. Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo (l’associazione di categoria che rappresenta radio e tv locali), ha auspicato che l’emanazione del provvedimento possa arrivare al massimo entro la fine di settembre. Il timore è che il tempo sia troppo poco. Per avere qualche buona notizia occorre volgere lo sguardo al futuro con l’incremento, approvato con la “manovrina”, da 100 a 125 milioni di euro, per gli anni 2017 e 2018, della quota destinata al fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione dal cosiddetto “extragettito Rai”. Sarà una boccata d’ossigeno per un settore costretto a una resistenza quotidiana. Di questo e di altri problemi del comparto se ne parlerà oggi al RadioTv Forum 2017, il convegno annuale di Aeranti-Corallo. Concluderà i lavori proprio Giacomelli, da cui più che parole si attendono i fatti.