Un piede in un bel po’ di staffe. Del resto in molti sono pronti a garantire la sua competenza giuridica. Normale, si dice, che un profilo del genere abbia numerosi incarichi. Solo che qui le diverse parti interpretate sembrano avere a che fare con la stessa commedia. Protagonista della vicenda è Umberto Tombari, avvocato di grido con studio a Firenze, lo stesso che ha svezzato professionalmente Maria Elena Boschi o altri giovani avvocati in odore di giglio magico come Federico Lovadina (consigliere di amministrazione di Fs).
L’operazione – Ebbene, due giorni fa è stato proprio lo studio legale Tombari, con lo studio Orrick, a predisporre l’atto con cui Veneto Banca ha deciso di avviare un’azione di responsabilità chiedendo la bellezza di 2,3 miliardi di euro agli amministratori e ai sindaci in carica fino al 26 aprile del 2014. Si dà però il caso che Tombari oggi sia anche presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze (nel cui Cda siede il renziano Marco Carrai), ente azionista di Intesa Sanpaolo. In più, tra le varie occupazioni, Tombari siede pure nel Consiglio e nel Comitato direttivo dell’Acri, l’Associazione guidata da Giuseppe Guzzetti che rappresenta le fondazione bancarie italiane, comprese quelle azioniste pesanti di Intesa (Compagnia Sanpaolo e Cariplo). Ora, è appena il caso di notare che proprio Guzzetti e l’Acri, facendo asse con Intesa, sono stati tra i promotori e finanziatori del fondo Atlante, il veicolo guidato da Alessandro Penati che l’anno scorso, sborsando più di 2 miliardi, è diventato azionista di controllo proprio di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza, l’altra banca veneta oggi sull’orlo del baratro. Senza contare che la stessa Intesa, con le altre banche italiane, dovrebbe essere coinvolta in quell’operazione di raccolta di capitali privati necessari a salvare le due banche convincendo Bruxelles a scartare ipotesi più dolorose per obbligazionisti, azionisti e correntisti.
La scelta – Insomma, Veneto Banca ha scelto lo studio legale di un avvocato, Tombari, perfettamente inserito in quel mondo che a vario titolo è stato o dovrà essere ulteriormente coinvolto nella difficile operazione di salvataggio degli istituti di Montebelluna e Vicenza. Chissà, magari anche in questa direzione va letta la maxi azione di responsabilità da 2,3 miliardi. Una somma che Veneto Banca non recupererà mai per intero, ma che sarebbe in grado di togliere a tutti, banche e Governo, le castagne dal fuoco.