Emmanuel Macron continuare la sua conquista della Francia. Il suo movimento En Marche ha chiuso con un dato finale sopra il 32% su scala nazionale: A seguire Les Républicains al 21%, il Front National al 13%, la France Insoumise di Mélenchon al 12% e il partito socialista ormai avviato verso l’estinzione all’8%. A macchiare il risultato di Macron c’è però il dato sull’astensione: il 51,3% dei francesi non si è recato alle urne. E al ballottaggio la situazione è destinata addirittura a peggiorare.
Il presidente della Repubblica, comunque, può ritenersi soddisfatto: nella prossima Assemblea potrebbe controllare tra i 400 i 440 deputati (su 577) con una maggioranza schiacciante. La prima forza di opposizione sarà rappresentata dai Repubblicani, mentre per Marine Le Pen è arrivata un’altra brutta notizia: probabilmente non avrà i numeri nemmeno per formare un gruppo parlamentare.
Come funziona la legge elettorale per le legislative – Lo scrutinio non è organizzato su base nazionale come per le presidenziali, ma suddiviso in circoscrizioni elettorali. Se ne contano 577, di cui 11 all’estero, da cui emergeranno i nomi dei prossimi 577 membri dell’Assemblea nazionale, la Camera bassa del Parlamento francese. I seggi elettorali sono rimasti aperti dalle 8 alle 18 (nelle località più piccole) e fino alle 20 in alcune grandi città. I francesi residenti all’estero, 1,3 milioni di cittadini, hanno votato lo scorso fine settimana. Il sistema elettorale è uninominale, maggioritario, a due turni. Detto in altre parole: solo un candidato può uscire vincitore dal voto di ogni circoscrizione, colui che ottiene la maggioranza dei voti. Un candidato può vincere fin dal primo turno se ottiene il 50% più uno dei voti espressi, rappresentanti almeno il 25% degli iscritti. Al ballottaggio accedono tutti i candidati che superano il 12,5% dei voti: ottiene il seggio chi al secondo turno consegue il maggiori numero di voti.