Per un momento si possono anche tralasciare gli investimenti che il Qatar ha fatto in Italia direttamente con controparti private. Un mosaico che va dalla moda agli hotel, passando per gli immobili. Ciò che forse più conta, alla luce dello scontro diplomatico interno al mondo arabo, sono i legami che il Qatar ha con lo Stato italiano, in particolare con la pubblica Cassa Depositi e Prestiti. E va da sé che qualcuno potrebbe chiedersi se ci saranno ripercussioni. La decisione di Egitto, Arabia Saudita, Yemen, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti, che hanno annunciato la chiusura dei rapporti diplomatici con il Qatar, accusato di spalleggiare l’Isis, potrebbe infatti allargare il perimetro dei suoi effetti. Per carità, va chiarito che i ricchissimi fondi sovrani qatarini hanno rapporti con molti Stati europei e non. Ma ciò non può distogliere l’attenzione dal fatto che i loro interessi negli ultimi tempi si sono intrecciati parecchio anche con quelli italiani.
L’accordo – Nel gennaio del 2016, per esempio, il presidente della pubblica Cassa Depositi e Prestiti, Claudio Costamagna, ha annunciato in pompa magna un memorandum d’intesa con la Qia (Qatar Investment Authority) per la collaborazione nel settore italiano del turismo. Nella stessa sede Qia ha messo sul piatto 100 milioni di euro come base minima per un investimento nel fondo cosiddetto di “growth capital” promosso dalla Cassa Depositi e Prestiti. L’accordo in questione è stato firmato alla presenza dell’allora premier, Matteo Renzi, e del vice Chairman di Qia, Sheikh Ahmed bin Jassim bin Mohamed Al-Thani. Questo a dimostrazione di come, nonostante le voci di una certa “vicinanza” di alcune parti del Qatar all’Isis fossero già note, i massimi livelli istituzionali europei non hanno mai smesso di mostrare attenzione nei confronti di un Emirato ricchissimo.
Il precedente – Che poi, a guardare un po’ più a fondo, la collaborazione economica tra Stato italiano e Qatar risale anche a qualche anno prima. Tra le fine del 2012 e l’inizio del 2013, anni in cui la Cdp era guidata da Franco Bassanini, Cdp Equity (il braccio operativo della Cassa Depositi che all’epoca di chiamava Fondo strategico italiano) ha costituito sempre con Qia una joint venture ancora vivente dal nome “IQ Made in Italy Investment”. La dotazione iniziale è stata fissata in 300 milioni, con un potenziale di crescita fino a 2 miliardi di euro. Anche in questo caso l’intenzione dei partner è quella di effettuare investimenti congiunti nel made in Italy. Tra i primi interventi misti della IQ c’è stato l’acquisto di una quota nella Inalca, gruppo dell’alimentare che fa capo alla famiglia Cremonini. Insomma, c’è materiale per chiedersi come reagiranno lo Stato italiano e la Cassa Depositi e Prestiti a questo isolamento che nel frattempo diversi Paesi arabi stanno cercando di infliggere al Qatar. Non sfugge a nessuno che la partita che si sta giocando in quell’area è molto vasta e intreccia anche la guerra in corso da parte di alcuni di quei paesi contro lo Yemen. Ma adesso le mosse dei fondi del Qatar avranno i fari puntati addosso anche in Italia. E soltanto nei prossimi giorni si capirà meglio la posizione italiana.
Tw: @SSansonetti