Non usa mezzi termini il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti (Civici e Innovatori), per descrivere la legge elettorale che oggi sbarcherà in Aula. “Più che Germanichellum lo chiamerei Proporzionellum – dice Mazziotti a La Notizia –. Di fatto, l’unico elemento che lo rende simile al sistema con cui si elegge il Bundestag è la soglia del 5 per cento, che mi trova favorevole. Per il resto è un ritorno alla Prima Repubblica”.
Non proprio un quadro esaltante.
Al di là di tecnicismi vari le differenze col sistema tedesco sono evidenti. Una di quelle che io considero più importanti riguarda la possibilità per i piccoli partiti di presentarsi alle elezioni: in Germania basta depositare 200 firme non autenticate per collegio, quindi circa 60 mila a livello nazionale, mentre da noi ne servono almeno 100 mila solo per la Camera da far autenticare con metodi astrusi. Il che è assurdo, vista la soglia di sbarramento del 5 per cento. In caso di elezioni anticipate le firme sono dimezzate ma comunque impossibili in una campagna elettorale che si preannuncia “balneare”.
Un altro escamotage per far fuori i piccoli partiti.
È così, anche se poi questi rischiano di riprodursi in Parlamento. Sarebbe stato meglio un sistema proporzionale con premio di coalizione: l’Italicum-bis che avevo presentato come relatore e che è stato poi ritirato poteva essere migliorato in questo senso per garantire governabilità. Così non vince né perde nessuno.
Col rischio un ritorno al voto pochi mesi dopo le elezioni. O no?
Credo che il rischio più grave sia quello che si formi una maggioranza populista tra Lega e 5 Stelle. Per certi sondaggi potrebbero avere più seggi loro rispetto al duo Pd-Forza Italia.
I grillini però ripetono che non faranno accordi…
A parole, ma se in caso di incarico presentassero alle Camere, come hanno detto di voler fare, un programma mirato sulla Lega potrebbero cambiare le cose. In commissione, i 5 Stelle si sono dimostrati granitici nell’alleanza col Pd in maniera stupefacente. So che Luigi Di Maio ha spiegato di voler condurre la battaglia sulle preferenze, ma durante la discussione del testo il M5S non ha presentato alcun emendamento in tal senso. E poi ha bocciato una serie di proposte di modifica al testo base che erano in linea con le loro posizioni precedenti, tenendo una linea che da un punto di vista procedurale mi ha lasciato allibito.
In che senso?
Quando è stato presentato il Rosatellum hanno invocato un mio intervento affinché la Camera concedesse una settimana in più per discutere la legge, salvo accodarsi al Pd su tempestiche forzate quando Fiano ha presentato la svolta proporzionale. Si sono accorti che si trattava di un regalo colossale che gli permetterà di condurre una campagna agitando lo spauracchio di una maggioranza “Renzusconi”.
Urne inevitabili a questo punto?
La possibilità c’è e questa accelerazione lo dimostra, ma prima bisogna superare gli scogli di Camera e Senato. Personalmente la trovo una corsa folle, sbagliata e pericolosissima: ci sono leggi importanti da approvare, il problema delle banche da risolvere e la legge di stabilità. Mi auguro che le prossime settimane portino consiglio e si decida di non fare del male al Paese.
Twitter: @GiorgioVelardi