Un bando adatto al dito più veloce del west o, in questo caso, d’Italia. Sì, perché per aggiudicarsi alcuni fondi messi a disposizione dal ministero dei Beni culturali e del Turismo (Mibact), guidato da Dario Franceschini, serve una reattività fuori dalla norma. Il concorso riguarda il sostegno del Mibact per la riqualificazione e il miglioramento delle strutture ricettive turistico-alberghiere, previste dal decreto Art Bonus approvato nel 2014. Il nobile obiettivo è quello di “favorire l’imprenditorialità nel settore turistico” attraverso interventi di rifacimento, anche solo parziale, degli hotel, fino a un tetto massimo di 50 milioni di euro, distribuiti tramite credito di imposta.
L’inghippo – Ma il problema è sorto nella modalità dell’erogazione: con lo scopo di privilegiare la velocità è stata scelta esclusivamente la modalità telematica. Un “click day” apprezzabile per quanto riguarda il capitolo dell’innovazione, ma molto penalizzante per migliaia di gestori di alberghi. Il motivo? I soldi stanziati per il 2017 sono finiti in 12 secondi: per ottenerli sarebbe servita la velocità di un centrometrista applicata all’invio della richiesta. E il problema non è solo legato alla solerzia del richiedente: tocca una questione pratica come il digital divide. Così molte strutture ricettive del sud Italia e delle isole, ma anche delle aree più rurali del Paese, non hanno potuto nemmeno far pervenire la domanda. Insomma, chi ha una connessione non eccezionale a causa di problemi infrastrutturali deve arrangiarsi. Anzi: deve rassegnarsi a non poter ottenere quei fondi.
Il meccanismo – La legge prevedeva il riconoscimento di “un credito d’imposta nella misura del 30% delle spese sostenute fino ad un massimo di 200.000 euro”. Nella sua versione prorogata la quota è salita al 65%, aumentando di fatto i vantaggi per i beneficiari, ma riducendo inevitabilmente la platea dei possibili vincitori del bando. Il caso è stato denunciato anche alla Camera dal deputato di Civici e Innovatori, Pierpaolo Vargiu, che ha depositato un’interrogazione. “Una vasta platea di potenziali beneficiari della misura ha registato la totale impossibilità di procedere con le operazioni via web, riducendo la partecipazione al bando ad una vera e propria sconcertante e avvilente lotteria, che, ha penalizzato gli utenti residenti in aree con minor infrastrutturazione telematica o con maggior traffico informatico”, ha messo nero su bianco il parlamentare. Vargiu ha quindi avanzato una precisa proposta a Franceschini: aumentare i fondi a disposizione di questa iniziativa che – dati alla mano – si sta rivelando un successo. Il deputato ha sollevato pure altre due questioni: l’assenza di “meccanismi di griglia e di premiali nel sistema a bando del click day” e la ristrettezza degli investimenti ammissibili, visto che nell’elenco mancano “interventi di revamping (un restyling tecnico, ndr) e di miglioramento delle strutture ricettive alberghiere, con la riqualificazione delle camere e dei servizi”.