Non c’è stata nemmeno il tempo di pulire il sangue a Piazza San Carlo che le polemiche si sono messe in moto. Dopo lo shock iniziale, e appena si è compresa l’enormità degli eventi avvenuti nella notte della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, è scattata l’offensiva contro l’amministrazione dei 5 Stelle. Facendo passare in secondo piano le cronache. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, per la prima volta dalla sua elezione, è così finita sotto assedio: ai detrattori non è parso vero di poter prendere di mira il “modello grillino” funzionante, l’esatto opposto di quello di Virginia Raggi a Roma. Un clima avvelenato, anche inedito per la tranquilla Torino.
Difesa d’ufficio – La sindaca di Torino ha dovuto prendere la parola, chiamata in Aula dalle opposizioni, interrompendo la linea del silenzio scelta a caldo: aveva preferito manifestare la vicinanza alle persone ricoverate in ospedale. “Servono azioni che, seppur auspicate da molto tempo, non sono al momento state attuate. Mi riferisco in particolare alla cospicua presenza di venditori abusivi di bevande in contenitori di vetro e metallo, anche all’interno dell’area delimitata, nonostante i controlli e le sanzioni elevate, piaga ormai endemica dei grandi eventi organizzati in questa e in altre città”, ha detto la prima cittadina torinese. Un tentativo di scaricare le colpe, che non è affatto piaciuto a Piero Fassino, suo predecessore alla guida della città: “Non le chiedo le dimissioni, però si abitui ad assumersi le sue responsabilità che invece da quando è stata eletta cerca di scaricare su altri, spesso particolare su di me, anche se di questi 1527 feriti non può chiedere conto a me”, ha detto l’esponente del Pd, rivolgendosi alla Appendino. Dunque, niente tregua nonostante le indagini siano in corso con un quadro tutt’altro che chiaro. Una delle poche certezze è che Piazza San Carlo, dove allestito il maxischermo, era piena di bottiglie abbandonate a terra e lì poggiate anche grazie a venditori abusivi, in azione durante eventi pubblici così affollati.
Acqua sul fuoco – I 5 Stelle puntano ad abbassare i toni. “Non si deve strumentalizzare un fatto grave come quello”, ha commentato il vicepresidente dalla Camera, Luigi Di Maio. Toni molto diversi rispetto a quando i pentastellati attaccavano i sindaci del Pd di fronte ad alcuni casi di cronaca, che tante volte non riguardavano responsabilità dirette delle amministrazioni. I dem hanno comunque cercato una posizione equilibrata, come testimoniato dalle dichiarazioni di Fassino: “Non chiediamo le dimissioni. Ma Appendino chieda scusa ai torinesi e agli italiani per la figuraccia in termini di capacità gestionale e individui il responsabile operativo di quanto accaduto”, ha ribadito Stefano Lorusso, capogruppo del Pd in consiglio comunale a Torino. Da Fratelli d’Italia, invece, i toni sono decisamente più aggressivi. “Uno scaricabarile indecoroso degno della peggiore vecchia politica, a dimostrazione che i grillini imparano in fretta dal palazzo. Dimissioni subito per incompetenza pericolosa”, hanno attaccato gli esponenti di del partito di Giorgia Meloni, Maurizio Marrone e Augusta Montaruli.