Alitalia vuole tirare a campare con i soldi dello Stato. Nell’attesa di un salvatore della Patria. L’obiettivo è quello di superare il 2017 con l’iniezione di liquidità arrivata dalle casse pubbliche. Ma, se questo è l’andazzo, la compagnia aerea avrà ancora altre bombole di ossigeno garantite dal Governo: il prossimo anno ci sono le elezioni ed è impensabile che il Partito democratico voglia presentarsi alle urne con la chiusura della società sul groppone. Anche perché la gestione di buona parte della vicenda è nelle mani del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il renzianissmo Graziano Delrio. Per questo dopo aver mostrato i muscoli per qualche ora, i rappresentanti dell’Esecutivo hanno optato per la ritirata. Arrendendosi di fatto al diktat dei lavoratori, che hanno bocciato con il referendum il piano di risanamento individuato dall’azienda e dai sindacati. Il tutto mentre l’ipotesi di acquisto dalla Cina è più che altro una suggestione: la fattibilità è tutta da verificare.
Orizzonte 2018 – Il progetto-sopravvivenza è stato spiegato da uno dei tre commissari, Luigi Gubitosi: “Stiamo facendo i primi studi sulla summer 2018, lasciando magari in eredità qualcosa a chi arriva. Noi non andiamo in un’ottica di breve periodo”, ha detto nel corso dell’audizione alla Camera. “Vogliamo completare la winter season e scavallare l’anno. Questo è possibile se riuscire o a ottenere i risparmi che ci accingiamo a fare su tutta la struttura dei costi”, ha aggiunto l’ex direttore generale della Rai.
Speranze – Certo, secondo i piani dovrebbero bastare i 600 milioni messi a disposizione da Pantalone. Ma la storia di Alitalia ha insegnato che per non incenerire le ingenti somme serve un piano rigoroso. Proprio Delrio ha cercato di fare da pompiere: “Sono sereno, possiamo trascorrere quest’anno con l’orizzonte di trovare soluzioni”. Sul futuro non si è comunque sbilanciato: “Vediamo chi è interessato, noi lavoriamo giorno dopo giorno. Mi pare che finora la compagnia abbia continuato, non c’è stato alcun disservizio”.
Operazione rilancio – Alitalia non può ammettere di voler proseguire pesando sulle tasche dei contribuenti. Quindi, i nuovi vertici hanno presentato qualche ipotesi per limitare i danni e provare un rilancio per rendere appetibile la compagnia: “Stiamo facendo una valutazione dei piani esistenti preparati dalla compagnia negli ultimi 6 mesi per individuare elementi che possono essere nuovamente di utilità. Entro fine giugno ci avvieremo a preparare una nuova configurazione che contiamo di rendere disponibile per la fine di luglio”, ha sottolineato un altro commissario Stefano Paleari. Nel dettaglio ha messo in evidenza alcuni punti da vagliare con attenzione: “Posizionamento su Fiumicino e presenza molto forte sull’aeroporto di Linate, che nel 2021 sarà servita da una linea metropolitana e il vettore ha una presenza massiccia sui diritti, in materia di atterraggi e decolli”. E l’ultimo componente della triade, Enrico Laghi, si è espresso sulla nomina degli advisor per la cessione: “Arriverà al più tardi lunedì”, lasciando intendere la volontà di procedere già dalle prossime ore.