L’Italia è sommersa dai rifiuti e cerca di tamponare la situazione con le discariche. Ma l’Unione europea non ne può più di lanciare avvertimenti che finiscono puntualmente nel vuoto. Così la Commissione europea è pronta all’ultimo passo, quello decisivo, e per certi versi umiliante: l’Italia sarà, salvo miracoli, deferita alla Corte di giustizia. Il procedimento, aperto nel 2011 per le infrazioni della direttiva del 1999 sulle discariche, è andato avanti senza che ci siano stati miglioramenti.
Calcoli pronti – Le discariche che erano operative nel 2001, anno in cui è entrata in vigore la direttiva europea, avrebbero dovuto chiudere o almeno adeguarsi alle normative entro il 16 luglio 2009. Un tempo adeguato a compiere gli intervento necessari. Ma non per l’Italia. Dopo ormai otto anni dalla scadenza, risultano attive almeno 44 discariche fuorilegge. Di fronte al mancato rispetto dei parametri, l’epilogo è scontato: la denuncia davanti alla Corte di giustizia. Ma la situazione, dati alla mano, potrebbe anche rivelarsi peggiore rispetto a quanto temuto. L’eurodeputato dei Verdi, Marco Affronte, ha svelato alcuni dati: “Sul sito delle infrazioni Ue per mesi la lista delle discariche in infrazione comunitaria non è stata aggiornata. Da dicembre a maggio solo silenzio”, ha spiegato l’esponente degli ambientalisti. “Abbiamo inviato una richiesta e, per una straordinaria coincidenza, la lista (pur se in incredibile ritardo) è stata pubblicata. Ma, sorpresa! Riporta ancora 102 situazioni da sanare e multe milionarie. Per l’Italia, invece, i siti da bonificare sono solo 58”, ha aggiunto Affronte. La Commissione ha messo da tempo sotto torchio l’Italia: a febbraio ha presentato un documento analizzando le politiche di ogni Stato membro in merito di gestione dei rifiuti, acque reflue e qualità dell’aria. L’esito? Manco a dirlo, veniva evidenziato il grave ritardo italiano in confronto ad altri Paesi dell’Ue. In particolare è stato messo in evidenza lo scarso impegno sui temi ambientali: solo lo stimolo di Bruxelles ha consentito qualche passo in avanti: “Gli sviluppi politici in materia ambientale sono trainati principalmente dai regolamenti e dalle direttive Ue”, si leggeva testualmente nel dossier.
Costi aggiornati – Le casse italiane hanno già versato una somma forfettaria di 40 milioni come multa per la piaga delle discariche. Per Affronte il conto andrà pure aggiornato: “La cifra potrebbe sfiorare i 300 milioni di euro di sole multe, più i costi di bonifica. E dobbiamo anche considerare che alcune discariche sono uscite dalla lista ma sono lontane dall’essere sicure: è il caso della Ex-Razzaboni di San Giovanni in Persiceto (BO), per la quale sono stati stanziati, ma non ancora erogati, altri 4 milioni di euro per una vera bonifica dato che parte dei rifiuti è solamente coperto con un telone”. E ricordando il caso-Campania, al vaglio della Corte dei Conti, l’eurodeputato ha ricordato: “A farne le spese sono la salute e il portafoglio dei cittadini”.