La ricostruzione è un miraggio, meglio dare le dimissioni. Il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi (Pd), si è arreso di fronte alle difficoltà di rimettere in piedi la sua città devastata dal sisma dei mesi scorsi. “La maggior parte del territorio comunale di Ussita è in area protetta. Questo vuol dire che la ricostruzione non si farà mai”, ha detto il primo cittadino del Comune in provincia di Macerata.
La causa catenante è stata il sequestro disposto dal Gip di Macerata, su richiesta della procura, del camping del Quercione: l’area è sottoposta vincoli paesaggistici di inedificabilità nel perimetro del Parco nazionale dei Monti Sibillini dove sono stati sistemati dei container per gli sfollati. Per gli inquirenti c’è l’ipotesi di reato di abusi ambientali. Rinaldi, dal punto di vista giudiziario, si è detto tranquillo: “Sull’operato della magistratura, a cui ribadisco piena fiducia, non ho nulla da osservare, salvo affermare che mi difenderò nelle opportune sedi, non ritenendo che possa ravvisarsi alcuna mia responsabilità penale”.
“Ma se queste sono le premesse non si potrà fare nulla per ricostruire il borgo, perché non si tratta di una casetta di legno, o di un immobile, ma di tutto il centro abitato, comprese la piscina e il palazzo del ghiaccio”, ha evidenziato Rinaldi. La decisione del sindaco di Ussita è comunque revocabile: entro 20 giorni può ritirarle. I sindaci di Camerino, Gianluca Pasqui, e di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, hanno manifestato la loro vicinanza al collega di Ussita.