Alla fine si rischia di tornare al punto di partenza, come nel gioco dell’oca. Dopo 4 mesi di tira e molla e decine di proposte presentate senza concludere nulla, l’“ultima” idea sulla legge elettorale è di fatto quella più banale: estendere l’Italicum così com’è stato modificato dalla Consulta pure al Senato. Salvo clamorosi colpi di scena, domani il presidente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio Andrea Mazziotti (Civici e Innovatori) presenterà il testo base. Ma intanto oggi, anche per mandare un segnale a Matteo Renzi, Forza Italia si è detta disposta a votare quello che i 5 Stelle chiamano “Legalicum”, trovando la sponda di Mdp (a patto che vengano eliminati i capilista bloccati) e proprio del Movimento. Una circostanza che mette in imbarazzo il Pd, che dal canto suo continua a dirsi propenso a un sistema di impianto maggioritario mentre – come noto – l’Italicum è proporzionale.
“Così è difficile trovare una sintesi”, ha ammesso il capogruppo dem in I commissione, Emanuele Fiano. Oggi Mazziotti avrebbe dovuto sedersi al tavolo con la delegazione dem ma il tutto è slittato a domani. “Vediamo come va l’incontro con il Pd, poi come va la Commissione. Diciamo che l’obiettivo resta”, si è limitato a dire il deputato di Civici e Innovatori. L’ipotesi di costruire un asse con bersaniani e pentastellati, però, ha spaccato FI. Se il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, ha messo a verbale che la posizione del partito “è ed è sempre stata per un sistema proporzionale e l’estensione dell’Italicum al Senato è un sistema proporzionale”, il presidente dei senatori Paolo Romani la pensa in tutt’altro modo. “Si tratta di una proposta molto lontana da quella presentata da Forza Italia”, ha chiarito all’Adnkronos.
Anche il governatore della Liguria Giovanni Toti è andato all’attacco. “Oggi c’è un Centrodestra che gioca in difesa sia collettivamente che individualmente”, ha detto: “Si pensa anche al pareggio pur di riconquistarsi la sedia”. Meglio sarebbe invece “correre con un unico marchio e simbolo e senza capolista bloccati”. Ha detto la sua anche Matteo Salvini. Per il leader della Lega è “meglio il maggioritario. Chi vuole il proporzionale vuole la confusione e gli inciuci”.
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