Un audio bomba esploso in piena campagna elettorale a Palermo. Il Movimento 5 Stelle si ritrova infatti ad affrontare il caso-Forello con forte imbarazzo, tanto da minacciare querele a destra e manca. Una nemesi per chi è nato predicando trasparenze e incontri in streaming, che del resto sono durati poche settimane.
Il candidato sindaco, numero uno di Addiopizzo, è accusato in una riunione dei paelamentari del Movimenti di gestire l’associazione per trarne benefici economici. Il meccanismo, raccontato nel corso del vertice a cui presenziavano i deputati pentastellati e Andrea Cottone uno dei responsabili comunicazione del M5S, parla dell’opera di convincimento sugli imprenditori a denunciare il racket in Sicilia. Dopodiché gli avvocati nominati sono uno fra Ugo Forello e Salvatore Caradonna. All’incontro registrato hanno preso parola anche Riccardo Nuti e Giulia Di Vita, che lamentavano la gestione poco trasparente di Addiopizzo. La Di Vita ha commentato l’accaduto: “È una prova processuale agli atti della procura di Palermo, non sarebbe dovuta diventare pubblica”, chiudendo in maniera sibillina: “Come tante altre cose”.
Il M5S ha subito preso posizione: “Sta circolando un audio captato in maniera impropria nei locali della Camera dei Deputati lo scorso anno. Denunceremo chiunque ne divulgherà il contenuto”. Poi è scattata la difesa nei confronti di Forello: “Lo staff del M5S ha vagliato le informazioni in suo possesso e conferma la candidatura di Ugo Forello a sindaco di Palermo, sostenuto dalla nostra fiducia”. Così è ripartita la litania sul complotto: “È in atto un violento tentativo di discredito nei suoi confronti che non risparmia colpi bassi. Contro tutto questo ci tuteleremo e abbiamo già presentato un ampio esposto sull’accaduto per risalire ai responsabili delle diffusione, nonchè intrapreso già iniziative volte a inibire l’ulteriore diffusione e rimuovere quelle esistenti”.
Il caso ha comunque offerto un assist al Partito democratico, andato all’offensiva. “Ormai le vicende interne al Movimento 5 Stelle somigliano alla trama de “I tre giorni del condor”. Nel film si racconta una CIA dilaniata al proprio interno, con gli esponenti delle diverse fazioni che finiscono per ammazzarsi a vicenda”, ha detto il deputato del Pd, il renziano Ernesto Carbone, con tanto di citazione cinematrografica”. La collega Alessia Morani ha assunto una posizione di difesa verso Addiopizzo, senza lesinare critiche ai 5 Stelle: “Per buttare un po’ di fango addosso al loro candidato sindaco Ugo Forello, non gradito al capobastone indagato Nuti, pare abbiano messo in giro voci – e un audio inquietante – dove diffamano non solo il loro collega ma soprattutto l’associazione antiracket Addiopizzo”.