Qualche pezzo se l’è già perso per strada nei mesi scorsi, come nel caso di Maurizio Sacconi, che ha aderito al nuovo movimento di Stefano Parisi, e del vicepresidente del Copasir Giuseppe Esposito, passato all’Udc. Ma con le elezioni sullo sfondo – sia che si voti nei prossimi mesi sia nel 2018 – dentro al partito di Angelino Alfano, Alternativa Popolare, sono tanti quelli con la valigia pronta direzione Forza Italia. O almeno così raccontano a La Notizia fonti di entrambi gli schieramenti. L’antipasto è andato in scena la settimana scorsa quando Massimo Cassano, sottosegretario al Lavoro del Governo Gentiloni, aveva sostanzialmente lasciato Ap per tornare sotto l’ala protettiva di Silvio Berlusconi. Era tutto fatto, con tanto di candidatura blindata al prossimo giro e il ruolo di vice coordinatore regionale di FI nella “sua” Puglia in tasca.
Ma poi il senatore barese è stato costretto a fare dietrofront. Il motivo? Un berlusconiano di rango racconta che gli altri parlamentari pugliesi del partito del Cavaliere, a cominciare da Francesco Paolo Sisto, Elvira Savino e dal coordinatore pugliese Luigi Vitali, hanno mostrato il pollice verso minacciando l’addio nel caso in cui Cassano (che a novembre 2013 ha seguito Alfano in Ncd) fosse tornato tra le file azzurre.
Avanti prego – Insomma, il clima che si respira è questo. Così, anche nell’ottica di una legge elettorale con una soglia di sbarramento che Ap, oggi ancorata al 3%, non riuscirebbe a superare, a meditare il passaggio in FI per non rimanere fuori dal Parlamento non c’è solo Cassano. Anche il ministro degli Affari regionali, Enrico Costa, è infatti dato tra i partenti. In questo caso, le chance di un suo possibile ritorno all’ovile sono più alte rispetto a quelle del collega di partito e Governo. Quando era nel Pdl qualcuno lo definiva come un mini-Ghedini, anche perché il 47enne avvocato di Cuneo è stato il relatore del Lodo Alfano, lo scudo penale per le 4 più alte cariche dello Stato poi dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Ma andiamo avanti. Un altro nome che figura sulla lista è quello di Maurizio Bernardo, attuale presidente della commissione Finanze di Montecitorio. Uno cresciuto in FI: nel ’94 era infatti responsabile dei club della Lombardia.
Senza fretta – Discorso, questo, valido anche per un altro ex forzista della prima ora come l’oggi viceministro dell’Economia, Luigi Casero. Lo stesso sospettato, non più tardi di due anni fa, di essere dietro alla norma “salva-Silvio” contenuta nel decreto fiscale. Ipotesi poi seccamente smentita dall’interessato in una delle rare interviste concesse ai giornali. Fra quelli che stanno meditando sul da farsi, spiegano ancora fonti di FI, c’è pure il deputato siciliano Antonino Minardo, mentre il neo presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Salvatore Torrisi, non vuole forzare i tempi dopo il polverone suscitato dalla sua nomina. Poi, quando le acque si saranno calmate, si vedrà.
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