Spazzare via i partiti avversari riscrivendo la Costituzione, con un atto che le opposizioni hanno definito “golpista”. Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, non arretra di un millimetro di fronte alle proteste di piazza nei suoi confronti: così ha convocato un’Assemblea costituente per “portare la pace nel nostro Paese”.
L’annuncio è arrivato nella giorno della Festa dei Lavoratori e ha lasciato intendere un progetto di matrice populista. “Non sto parlando di una Costituente dei partiti o delle élite, intendo dire una Costituente femminista, giovanile, studentesca. Una Costituente indigena, ma anzitutto una Costituente profondamente operaia, decisamente operaia, che appartenga profondamente alle comune”, ha detto Maduro. L’ipotesi è stata duramente attaccata da Julio Borges, il presidente del Parlamento controllato dalle opposizioni: “È una Costituente truffa, inventata solo per distruggere la Costituzione attuale e cercare di fuggire così all’inesorabile verdetto delle elezioni”.
Ma il clima in Venezuela resta quello di una guerra civile. A Caracas, la capitale del Paese sudamericano, ci sono stati altri scontri tra manifestati e forze dell’ordine. Secondo quanto riferito, le unità antisommossa e la Guardia Nazionale hanno gas lacrimogeni per disperdere la folla. Le proteste contro Maduro vanno avanti da ormai un mese: il bilancio è già di 30 persone morte nel corso degli scontri. Al presidente, erede di Hugo Chavez, viene contestata una politica economica che ha impoverito il Venezuela, con l’inflazione che galoppa con punte del 500%. Il Governo ha anche effettuato una stretta sui social network, limitando la circolazione di notizie su quanto sta accadendo.