Le primarie del Pd incoronano Matteo Renzi segretario con un’affluenza intorno ai 2 milioni di elettori, comunque in calo rispetto alle precedenti primarie a cui aveva partecipato 2,8 milioni. L’ex presidente del Consiglio vola sopra il 70% dei voti, mentre il ministro della Giustizia Andrea Orlando è intorno al 20%. Molto male il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dato poco al 7%. I dati hanno premiato il futuro segretario in maniera omogenea in tutte le città italiane, dal Nord al Sud.
Tra i primi commenti c’è stato quello del portavoce della mozione Renzi, il deputato Matteo Richetti: “Da domani abbiamo due temi da affrontare: legge elettorale e Alitalia, e questo non diventera’ il tema di frizione per far cadere il Governo Gentiloni”. Il prossimo vicesegretario, attuale ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, ha espresso grande soddisfazione: “Questa è una giornata d’orgoglio per tutti noi, la vittoria che si profila e’ oltre le nostre aspettative, ora lavoreremo per un partito plurale e aperto e il dato conferma che eravamo sulla strada giusta”. Da Orlando, che ha riconosciuto la sconfitta chiamando Renzi, c’è stato un giudizio cauto: “Abbiamo perso partecipazione degli elettori. Sono convinto che la nostra posizione, quella della costruzione di un centrosinistra largo, sarà la posizione di tutto il partito per battere la peggiore destra che il Paese abbia conosciuto”.
Renzi, prima della chiusura dei seggi, aveva lanciato un messaggio a tutti gli italiani che hanno partecipato al voto: “Ho vissuto cinque mesi non facili dopo la sconfitta referendaria. Rifarei domattina quella battaglia. Una battaglia persa non è una battaglia sbagliata. Ma il popolo ha deciso e il popolo ha sempre ragione. Dopo anni di impegno totalizzante per la cosa pubblica, volevo pensare a me, ai miei, ai fatti miei”.