Il dato sull’affluenza alle primarie del Pd è abbastanza buono: alle 15, secondo i dati della commissione nazionale, ha votato un milione e mezzo di elettori. In alcune città c’è stata fila ai gazebo per scegliere il prossimo segretario dem tra l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Il tetto per decretare una buona partecipazione è stato fissato a 2 milioni dal Guardasigilli, mentre per il segretario uscente già un milione di votanti sarebbe stato comunque un successo.
Il dato sprint della mattina, comunque, tiene in conto gli iscritti che hanno cercato di dare il buon esempio, recandosi ai seggi allestiti nelle città italiane. Secondo i primi giudizi raccolti da La Notizia si potrebbe arrivare sopra i 2 milioni di elettori Le operazioni di voto termineranno dalle ore 20: i primi risultati certi dovrebbero delinearsi intorno alle 21.30, a meno che non si verifichi un testa a testa, che comunque era apparso improbabile nei sondaggi pubblicati nei giorni precedenti alle primarie.
“È un bene se in tanti oggi vanno a votare alle primarie, perché questa è l’unica occasione in cui un partito rimette ai cittadini la scelta del proprio vertice politico. Nel Pd, quello che per altri e’ uno slogan, e’ un dato di fatto: uno vale uno, ogni voto pesa uguale. E questo, soprattutto in un momento in cui le semplificazioni e i leaderismi sono di moda, fa bene alla democrazia del Paese”, ha commentata la vicesegretaria, Debora Serracchiani.