Il clima tra Corea del Nord e Stati Uniti pare proprio non mitigarsi col passare dei giorni, ma anzi Donald Trump ha rilasciato un’intervista dalla quale si evince pessimismo sull’esito del braccio di ferro con Pyongyang, fiducia nelle buone intenzioni cinesi ma dubbi sulla loro capacità di mediazione. E un giudizio inatteso su Kim Jong-un. Nell’intervista rilasciata alla Reuters per i suoi primi cento giorni alla Casa Bianca, Trump non ha nascosto possibilità che esploda con la Corea del Nord “un grande, grande conflitto, assolutamente”: “Avrei apprezzato una soluzione diplomatica ma credo sia molto difficile”, aggiunge.
Il presidente Usa mostra di confidare nel ruolo di Xi Jinping, il leader cinese che ha incontrato nel vertice in Florida: “Certamente non vuole vedere turbolenze e morte, non vuole vederlo: è un uomo buono, molto buono e ama la Cina e ama la gente della Cina. So che vorrebbe essere in grado di fare qualcosa, ma forse non può farlo”. Un feeling, quello tra Trump e Xi, che porta il presidente Usa ad ammettere che non vuole creare difficoltà al leader cinese sul caso Taiwan e che quindi potrebbe rifiutare la proposta del presidente Tsai Ing-wen di un nuovo colloquio telefonico. In questo momento, infatti, in cima ai pensieri di Trump c’è la Corea, ovviamente.
Le parole di Donald Trump, peraltro, arrivano alla vigilia dell’intervento che il segretario di Stato Rex Tillerson farà per sollecitare sanzioni da parte delle Nazioni unite contro il governo della Corea del Nord per il suo programma nucleare. Queste le parole di Trump su Kim Yong-un nell’intervista alla Reuters: “Ha preso il potere a 27 anni, quando suo padre morì. E quindi non voglio dargli credito ma si dica quello che si vuole tranne che è stata un’impresa facile, non a quell’età”. Per il presidente Usa, quindi, si deve partire dal presupposto che l’antagonista di Pyongyang sia razionale: “Questo è ciò che spero”.