La vittoria di Emmanuel Macron al primo turno delle presidenziali francesi ha messo l’argento vivo addosso ai renziani. Basti pensare che il deputato, Andrea Romano, ha commentato: “Sono molto contento della vittoria di Macron, lui assomiglia molto al Pd riformista, quello attuale. E, come lui, anche il Pd è contro l’establishment, contro la conservazione: noi stiamo provando a cambiare le cose”, sostenendo che il leader francese ha copiato delle proposte renziane. Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha parlato di “un segnale fondamentale per tutti i democratici, riformisti e progressisti europei” e di segnale di una generazione nuova che si mette in campo e spinge per una nuova Europa piu’ sociale”. Mentre l’ex sindaco di Torino, Piero Fassino, si è lanciato addirittura nella disamina secondo cui “in qualche modo con Macron nasce in Francia cio’ che in Italia è sorto con il Pd”.
Del resto lo stesso Matteo Renzi è intenzionato a cavalcare il voto d’Oltralpe nell’ultima settimana di campagna elettorale per le primarie del Pd. “Vince chi è un grado di rinnovarsi e soprattutto si vince al centro”, ha affermato l’ex presidente del Consiglio in un’intervista al Quotidiano Nazionale. Quindi ha lanciato sperticati elogi ai dem, suonando le campane a morto per “i partiti socialisti europei così come li abbiamo conosciuti il secolo scorso. Con tutti i suoi limiti, e nonostante le continue polemiche interne, mi pare che il Partito democratico sia una felice eccezione: nessuno nei sondaggi è forte come noi”.
Renzi ha anche spiegato di sperare in Macron per la conduzione di una battaglia in Europa con lo scopo di cambiare le regole dell’Unione. “Il Pd chiederà con forza una politica comune di difesa, gli eurobond, l’elezione diretta del presidente europeo e la fine del fiscal compact. E niente fondi ai Paesi che non accolgono i migranti”, ha comunque scandito il probabile vincitore del congresso dem.