I lavori del Tap possono riprendere. A deciderlo è stato il Tar del Lazio che il 6 aprile aveva accolto la richiesta di sospensione cautelare dei lavori, mentre appunto oggi ha deciso di respingere definitivamente il ricorso perché il ministero dell’Ambiente è il “titolare di una facoltà di controllo, in ordine al rispetto di quanto previsto nel decreto Via” sulla valutazione di impatto ambientale. Da una parte il Tar del Lazio, dall’altra la Regione Puglia di Michele Emiliano e al centro il gasdotto Tap, i cui lavori nel Salento sono iniziati tra la fine di marzo e i primi di aprile tra le proteste della popolazione (e gli scontri con le forze dell’ordine). Poi la sospensione, esattamente due settimane fa, proprio grazie alla decisione del Tribunale amministrativo, che aveva stabilito lo stop all’espianto degli alberi di ulivo. In quell’occasione il presidente del Tar del Lazio con un decreto urgente aveva accolto, in prima battuta, l’istanza della Regione e aveva sospeso gli atti ministeriali.
Proprio oggi, peraltro, a parlare del Tap è stato il ministro degli Estero azero Elmar Mammadyarov, secondo cui il Tap “contribuisce in maniera incisiva all’economia italiana”. L’Azerbaigian, ha ricordato, “è il maggior fornitore di greggio dell’Italia e attraverso il sostegno dell’Unione europea stiamo anche sviluppando il corridoio meridionale per il trasporto di gas naturale. Attraverso i vari pipeline, saremo in grado di fornire il mercato italiano. Ci sono dei contratti strategici con le aziende italiane, parliamo di 800 milioni di euro di benefici economici per l’Italia, parliamo di aziende che operano nel campo dell’ingegneria e delle costruzioni e quindi il contributo italiano a questo corridoio ammonta a 7 milioni di dollari Usa. Questo dovrebbe creare fino a 1.500 posti di lavoro”. Inoltre il Tap “investirà più di 12 milioni in vari progetti sociali e ambientali e apprezziamo il pieno sostegno del governo italiano all’attuazione di questo progetto strategico che riguarda i nostri due Paesi”-