La richiesta di chiarimenti telefonici al Gestore dei servizi energetici (Gse) potrebbe rivelarsi sempre più difficile. Sì, perché il servizio di call center, usato per il sostegno delle pratiche tecniche, è stato sottoposto a una cura dimagrante: la società, controllata interamente dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ha predisposto un bando vinto da Almaviva. La stessa società che nei mesi scorsi è finita in primo piano per il licenziamento collettivo di oltre 1.600 dipendenti. Per carità, questo non presuppone per forza tagli, ma ha fatto scattare l’allarme dei sindacati. Il deputato del Movimento 5 Stelle, Davide Crippa, ha quindi depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere delucidazioni al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Ma soprattutto è arrivata la richiesta di portare il servizio all’interno del Gse, perché “queste continue gare di appalto, oltre a comportare un aggravio ingiustificato della spesa pubblica, generano secondo disoccupazione, precarietà e sfruttamento dei lavoratori”, sostiene il parlamentare del M5S.
Gli addetti guardano con preoccupazione al futuro, nonostante la società sia tenuta al rispetto della clausola sociale. Che paradossalmente è vista come una trappola dalle rappresentanze sindacali: di fatto il vincolo potrebbe consentire e facilitare “il trasferimento di lavoratori a basso costo creando una sorta di guerra tra poveri”, mettono in evidenza i gli impiegati nel call center. Il problema, infine, riguarda pure la qualità del servizio. “Considerando che il contact center in oggetto è un servizio ad uso quasi esclusivo di operatori del settore energetico e non del cliente finale, il buon senso vorrebbe che un’alta specializzazione come quella richiesta per svolgere tale servizio debba essere internalizzata”, ha denunciato Crippa.