L’incipit è chiaro: “Qualsiasi ragionamento non può non essere legato alla legge elettorale”. La postilla pure: “La cosa certa è che non moriremo alfaniani. Di più per ora non posso dire”. A parlare è uno dei colonnelli verdiniani, interrogato su quale futuro si prospetta per Ala, il partito dell’ex plenipotenziario berlusconiano.
Ignazio Abrignani, da sempre meno criptico, invece, fornisce qualche dettaglio in più. Anzi, il dettaglio. “Rivendichiamo una legge elettorale di stampo maggioritario perché il proporzionale non garantirebbe alcuna governabilità” ma “il nostro percorso sarà in continuità con quanto fatto fino al 4 dicembre”. Cioè nell’ottica di un sistema che favorisca le coalizioni Ala guarderà al Pd e, soprattutto, a Matteo Renzi? “Le alleanze dipendono chiaramente dalla legge elettorale ma di questa si comincerà a ragionare seriamente solo dopo le primarie del Pd”. Insomma l’idea del Partito della Nazione, paventata nei mesi della campagna referendaria ma congelata dopo la vittoria del No, torna prepotentemente d’attualità. Le richieste del resto non mancano. Proprio dopo il 4 dicembre era stato un altro verdiniano di ferro, Vincenzo D’Anna, a disegnare lo schema. “Dobbiamo proporre a Renzi di tagliare il nodo gordiano coi suoi oppositori interni ed esterni, attraverso la creazione di un nuovo soggetto politico, il Partito della Nazione – spiegò il senatore –. Un aggregato che lasci fuori cattocomunisti come Rosy Bindi e veterocomunisti come Bersani e D’Alema”. Ma a guardare con attenzione al Nazareno, nel piccolo ma affollato mondo centrista, non ci sono solo Verdini e co. Anche l’orizzonte di Scelta Civica, coi dovuti distinguo, sembra portare al Nazareno.
“Quello di un polo in condominio con sovranisti ed euroscettici come Salvini-Meloni è un progetto pericoloso per il Paese più ancora dei 5 Stelle”, spiega a La Notizia il segretario di Sc, Enrico Zanetti. “Piuttosto – aggiunge l’ex viceministro dell’Economia – vogliamo creare un polo liberal-democratico ed europeista legato ai valori dell’Alde, i cui vertici saranno presenti il 6 maggio a Milano all’evento ‘Libera Italia’ patrocinato dalla Fondazione Einaudi”. Un polo che, in caso di coalizioni, guarda all’ex premier “per rafforzare l’ala moderata del Pd, portando avanti politiche più liberali e di centro e meno di sinistra”.
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