Castelluccio di Norcia ha vissuto una semina diversa. La prima dopo il terremoto che ha distrutto il centro storico, ma non la voglia di valorizzare quel territorio. “È una giornata memorabile che segna un punto di ripartenza per tutta la collettività di Castelluccio. Siamo di nuovo sulla nostra terra, nel nostro paradiso, dopo tutto quello che è successo, è un momento che segna davvero l’inizio di un nuovo percorso”, ha detto Gianni Coccia, protagonista della mobilitazione. L’obiettivo è quello rianimare Castelluccio, a cominciare dai suoi prodotti tipici come le lenticchie.
“L’arrivo dei trattori e degli altri mezzi agricoli nell’altipiano scortate delle forze dell’ordine salva lo straordinario spettacolo della fioritura della lenticchia di Castelluccio atteso da 250mila turisti, ma anche una specialità divenuta il simbolo della riscossa delle aree terremotate”, ha sottolineato la Coldiretti. “La lenticchia di Castelluccio – aggiunge l’associazione degli agricoltori – è un prodotto dell’agricoltura di montagna coltivato in maniera del tutto naturale a quota 1.400 metri secondo le prescrizioni del disciplinare di produzione approvato dall’Unione Europea”.
Ci sono delle procedure precise da seguie: la lenticchia deve essereseminata su una superficie di circa 525 ettari per una produzione che, a seconda delle stagioni si aggira attorno ai 3.700 quintali di prodotto. “La Lenticchia di Castelluccio di Norcia IGP è confezionata in sacchetti di juta o plastica ed in contenitori di cartone, dal peso di 250 gr, ½ kg o 1 kg che riportano, in tutti e tre i casi il marchio comunitario IGP (Indicazione Geografica Protetta). Un aspetto da tenere in considerazione è infatti quello – conclude la Coldiretti – della difesa della lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp dalle frodi che si sono allargate anche su Internet”.