Un’esplosione, tanto fumo e poi morti e feriti. Torna il terrore in Russia che negli ultimi 18 anni ha conosciuto diversi attentati, molti di matrice cecena. Stavolta a finire nel mirino è stata la metropolitana di San Pietroburgo. La deflagrazione di un ordigno artigianale (con circa 200-300 grammi di tritolo, secondo le prime ricostruzioni riferite dall’agenzia di stampa Interfax) ha interessato due fermate della metropolitana, “Sennaya Ploshchad” e “Teknologicheskiy Institut”, quest’ultima nodo di scambio importante con altre due linee della metro, provocando quattordici morti e 47 feriti, di cui sei in gravi condizioni, stando ai primi bilanci provvisori. Le foto pubblicate sui social hanno restituito l’immagine di un vagone sventrato dall’esplosione e diversi corpi sulla banchina. L’ordigno sarebbe esploso appunto nel passaggio tra le due fermate, mentre un altro, inesploso, è stato rinvenuto e disinnescato in un’altra stazione, alla fermata di “Ploshchad Vosstaniya”.
La pista terroristica – Comunque, l’ipotesi che si è subito fatta strada, sin dai primi momenti successivi all’attacco, è stata quella di terrorismo. Una pista poi, in effetti, accreditata anche dall’ufficio del procuratore generale russo che ha parlato appunto di attacco terroristico. Lo stesso Vladimir Putin, tra l’altro oggi in città per incontrare il presidente bielorusso Lukashenko, non aveva escluso nessuna pista: “I motivi al momento non sono chiari, non escludiamo nessuna pista: né quella criminale, né quella terroristica”. Inizialmente si era adombrata anche la possibilità che proprio Putin potesse essere il bersaglio dell’attacco ma a stroncarla sul nascere era stato il suo portavoce, Dmitry Peskov, negando in maniera categorica che il presidente russo sarebbe dovuto passare dalla stazione della metropolitana di San Pietroburgo. Mentre il Comitato investigativo russo, secondo quanto ha scritto il quotidiano Kommersant, ha aperto due indagini criminali sui fatti di San Pietroburgo, una per terrorismo e un’altra per “produzione di esplosivi e ordigni”, è partita anche la caccia all’uomo. Anche perché, secondo l’agenzia Interfax, le telecamere interne alla metropolitana avrebbero filmato la persona che si sospetta possa aver piazzato l’ordigno nel vagone.
Non solo, ma il canale Reen ha pubblicato proprio l’immagine in cui si vede un uomo dalla carnagione olivastra e la barba folta, con indosso un copricapo scuro. Un look che secondo fonti di polizia sentite dalla tv, potrebbe pure essere stato scelto per depistare gli investigatori. Non mancano, inoltre, altre fonti secondo cui, invece, l’ordigno sarebbe stato posizionato in una ventiquattrore. La città, comunque, è stata subito blindata e naturalmente l’allerta è altissima. La metropolitana è stata evacuata e le fermate chiuse. Non solo ma le misure di sicurezza sono state estese anche a Mosca. Come ha riportato l’agenzia di stampa Tass, infatti, è stata “rafforzata” sia la sicurezza della metropolitana di Mosca sia quella dell’aeroporto di Vnukovo.