C’è voluto il taglio degli stipendi in Rai per scatenare la ribellione delle star di viale Mazzini. Così Fabio Fazio, appena hanno pensato di toccare il suo portafoglio, si è accorto della longa manus politica sulla tv pubblica. “Oggi figure di primissimo piano, con un ruolo sia politico che istituzionale, chiedono di mandare via l’ad della Rai. Danno i voti ai servizi dei telegiornali, fissano gli stipendi, decidono quanta pubblicità deve andare su un canale e quanta su un altro: è questo – mi chiedo – il ruolo corretto della politica?”, ha affermato Fazio nell’intervista a La Repubblica, in cui non le ha mandate a dire, al contrario di quando è in onda sul piccolo schermo. E quindi ha rincarato la dose: “Se i partiti indeboliscono il servizio pubblico, gli editori privati sono incoraggiati ad approfittarne. Il mercato esiste, anche se qualche politico lo ha dimenticato”.
Fazio ha comunque ribadito dei legittimi principi di mercato, riferito alla riduzione dei compensi: “Dire che le aziende pubbliche – siano scuole o università, ospedali o televisione – vanno calmierate con un tetto agli stipendi significa sancire il primato del settore privato”. Per quanto riguarda il suo futuro il conduttore non ha escluso alcuna ipotesi, lasciando presagire un abbandono a Viale Mazzini. “Ci sono nuove reti, c’è un mercato che cresce e bisogna agire con parametri anche diversi dagli ascolti. Non è più un problema di numeri, che è una unità di misura di un altro tempo. Fiorello lo dimostra ogni giorno, mi pare”.