Il confronto con gli anni precedenti è lampante: se nel 2015 le spese preventivate complessive erano pari a 344 milioni e nel 2016 a 343, quest’anno, secondo quanto si legge nel bilancio di previsione 2017 pubblicato in questi giorni, il Quirinale ci costerà oltre 354 milioni di euro. Certo, parliamo di spese che tengono conto anche delle partite di giro, ma anche escludendo tali voci e andando sulle spese effettive correnti, il conto resta salatissimo: oltre 238 milioni di euro. Ma c’è di più: “tale spesa – comunica la stessa Presidenza – è prevista in aumento dello 0,86% rispetto al dato iniziale 2016 (236 milioni e rotti, ndr)” e crescerà nei prossimi anni, “registrando un incremento dello 0,91% nel 2018 (240,4 milioni, ndr) e dello 0,29% nel 2019 (214,5 milioni, ndr)”. Insomma, anche con Sergio Mattarella i costi della Presidenza della Repubblica restano decisamente alti e anzi crescono, a fronte – come si legge ancora nel bilancio – di uno stanziamento statale che, invece, resta invariato rispetto all’anno scorso: 224 milioni di euro (a carico del ministero dell’Economia) più 475mila euro (a carico dell’Ambiente) per la tenuta presidenziale di Castelporziano.
Pensioni d’oro – Ma a questo punto entriamo nel vivo delle voci di bilancio. La prima cosa che salta all’occhio sono, ça va sans dire, i costi del personale, che arriveranno quest’anno a toccare quota 112 milioni di euro, in crescita rispetto al 2016. Non di poco conto nemmeno le pensioni del personale in quiescenza: parliamo di ben 94,7 milioni. Per farci un’idea: il conto dei tanto vituperati vitalizi – altro scandalo della politica nostrana – per gli ex senatori tocca quota 82,8 milioni. “Soltanto”. Ma c’è di più: nel calderone dei fondi per il personale (tra dipendenti in ruolo e quelli distaccati) spunta anche la voce ad hoc per eventuali consulenze e collaborazioni del Presidente della Repubblica, che può contare su un fondo di ben 1,2 milioni di euro.
Regali e giardinaggio – Finita qui? Certo che no. Siamo solo all’inizio del nostro viaggio. Perché, andando a scartabellare, scopriamo altre amenità. Per dire: solo di cerimoniale spenderemo, quest’anno, quasi un milione di euro (880mila euro nel 2016), di cui 95mila euro solo in doni e onorificenze. E ancora: 15mila euro per i servizi fotografici, spesa che fa il paio con quella per la manutenzione delle attrezzature fotografiche, per altri 12,5 mila euro; 571mila euro tra agenzie stampa e comunicazione; 108mila euro per le spese telefoniche; 100mila per quelle postali. C’è poi tutta la parte relativa alla manutenzione degli immobili (comprensiva di Castelporziano e di Villa Rosebery a Napoli) e alla fornitura di beni, per cui è previsto un capitolo di spesa che supera i 12 milioni. E nel mare magnum delle voci, ecco spuntare qua e là simpatiche curiosità. Dal reclutamento e formazione del personale (225mila euro) alla gestione dell’autoparco (550mila euro).
Come dimenticare, ancora, il giardinaggio. Anche qui ne abbiamo delle belle: solo il “materiale per giardini” ci costerà 70mila euro, cui ovviamente bisogna aggiungere la manutenzione per altri 180mila euro. E, se non dovesse bastare, ecco il capitolo per la “manutenzione straordinaria giardini”: altri 45mila euro. E non finisce qui. Particolare importanza pare avere anche la mise dei dipendenti, per cui non poteva mancare la spesa per il vestiario e la biancheria del personale (180mila euro). E poi, ancora, spiccano i costi per il materiale di cancelleria (210mila euro) e, infine, per la pulizia che, tra forniture e servizio (affidato all’esterno), costerà alle casse presidenziali 1,5 milioni di euro. Insomma, una valanga di spese. Inevitabile, poi, che non restino che le briciole per digitalizzare il materiale documentale: l’anno scorso la spesa era quasi di 100mila euro. Quest’anno è ridotta a seimila e rotti. Pazienza.
Bestiame, flora e fuana – C’è, poi, il capitolo Castelporziano. Per la tenuta presidenziale il ministero dell’Ambiente finanzia il Quirinale, come detto, per 450mila euro. Mezzo milione per accudire i magnifici giardini, ma anche per accudire i tanti animali della Tenuta, a cominciare dai cinghiali (talmente tanti che il Colle ha indetto un bando per vendere diversi esemplari). Ma non basta: dal bilancio di previsione 2017 spuntano diverse voci di spesa riferite esclusivamente a Castelporziano. Per dire: solo di mezzi agricoli, il Quirinale spende oltre 300mila euro, cui si aggiunge la “gestione forestale e faunistica” per altri 160mila euro e 140mila euro di “attività agro-zootecniche”. E non finisce qui. Perché tra le tante spese troviamo anche 16mila euro preventivati per “attività divulgative” della stessa Tenuta, senza dimenticare i 155mila euro per la manutenzione straordinaria dei sistemi idrici e dei “manufatti” di Castelporziano. Infine, manco a dirlo, il capitolo di spesa relativo all’eventuale acquisto di bestiame: altri 60mila euro a disposizione del Quirinale.
Tw: @CarmineGazzanni