I sondaggi confermano un dato: il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica in Italia. L’ultimo rilevamento di Ipsos per il Corriere della Sera indica addirittura l’aumento del vantaggio da parte dei pentastellati sul Partito democratico, che non riesce a fermare l’emorragia di voti. Tanto che rischia di arrivare ai livelli delle elezioni Politiche del 2013, quelle della “non vittoria” come le definì l’allora segretario Pier Luigi Bersani.
5 Stelle in cielo – I dati del sondaggio, insomma, parlando di un balzo al 32,3% del M5S, facendo registrare un +1,4%. Insomma, né le polemiche su Virginia Raggi a Roma e né la tensione per le Comunarie a Genova annullate di imperio da Beppe Grillo hanno scalfito il consenso. Diversa la situazione sul fronte del Pd, peraltro accartocciato sul dibattito interno del congresso in vista delle primarie del 30 aprile. I dem scendono al 26,8% con un tonfo del 3% rispetto alla precedente rilevazione dell’istituto guidato da Nando Pagnoncelli. Il distacco dai 5 Stelle è così sopra il 5%. E questo divario non si può nemmeno giustificare con la scissione: il Movimento dei democratici e progressisti (Mdp) non sta sfondando a sinistra, attestandosi al 3,3%.
Stand by Centrodestra – Sul fronte del Centrodestra non si registrano sussulti: Lega e Forza Italia restano sostanzialmente appaiati, con il partito di Matteo Salvini al 12,8% e quello di Silvio Berlusconi al 12,7%. Sostanzialmente stabile anche la situazione di Fratelli d’Italia, indicata al 4,6%, che comunque conferma un potenziale risultato del 5%, molto importante nell’ambito di una coalizione di Centrodestra. L’alleanza di questi tre partiti, infatti, si avvicinerebbe ai voti del Movimento 5 Stelle, superando pure il Pd (ammesso che corra da solo alle elezioni). Il Nuovo Centrodestra, sebbene il sondaggio sia stato fatto prima del restyling annunciato da Angelino Alfano, resta sotto il 3%, esattamente al 2,8% appena davanti a Sinistra italiana, accreditata del 2,7% dei voti.
Nando Pagnoncelli ha fatto anche qualche considerazione più politica: “È assai probabile che nessun partito superi il 40% dei voti ottenendo il premio di lista. Si delinea quindi lo spettro spagnolo con il rischio di ingovernabilità e di nuove elezioni. La strada di un’alleanza post elettorale tra partiti avversari sembra inevitabile”.